Recensione film Maggie (2015) con Arnoldo Svarzeneggher!

Ecco la serissima recensione del film Contagious - Epidemia mortale o più semplicemente Maggie. Una recensione scritta a manoni dal solito PhilFree per un film da vedere con un inedito Arnoldo Svarzeneggher (yo,nigga) invecchiato bene.


 "forse cercavi: schwarzenegger" (cit. Google)

Da Terminator a GovernatoreDellaCalifornia(!) il passo è breve, e finche un attore palestrato fa il politico te lo aspetti (basta guardare chi mandano in parlamento Renzy e Berlusconi qua) ma chi se lo sarebbe mai visto a recitare in un horror?
Innanzitutto bisogna dire che c'è il barbatrucco, perchè chi si aspetta un horror puro avrà una sensazione simile a quella di chi era andato a vedersi World War Z con Brad Pitt sperando di vedere un vero e proprio Zombie Movie dal budget finalmente milionario (io, purtroppo). Tuttavia ho buoni motivi per credere che alla fine di questa pellicola non resterete del tutto con l'amaro in bocca.
Il film si colloca tra lo zombie movie, il catastrofico e (sopratutto) il drammatico.

Andiamo al sodo: l'America, guarda un pò, assiste ad una epidemia di zombie -qui veri e propri appestati- ma questa volta la novità è che il fenomeno, dopo un lungo periodo di decimazione, è stato "domato" dagli esseri umani, che non si sono ancora estinti totalmente e riescono anzi a mantenere in piedi una parvenza di società 'normale'...Per quanto normale possa essere un mondo invaso dagli zombie, s'intende.
Qui le persone vanno ancora a lavorare (che pacco, era l'unica bazza), gli uomini e le donne che non vengono infettate hanno ancora una vita e i ragazzini vanno ancora a scuola e cercano di condurre una vita da teenager come si comanda (sperando che Justin Bieber e consimili se li siano già portati via gli infetti).
Tra questi ragazzini vi è Maggie (si si è la ragazzina di Zombieland), la figliola di Schwarzenegger (vedi che lo so scrivere?), che decide molto intelligentemente di scappare di casa qualche giorno per una di quelle didascaliche scenate da quindicenne.
Niente di che se non vivesse con il padre in culonia (aka midwest degli Stati Uniti) ed in un mondo in cui demograficamente parlando i morti che camminano hanno già di quel pò superato i vivi. 
Come dicevamo quindi, in un mondo in cui gli zombie son talmente tanti che ormai stanno diventando salviniani contro gli esseri umani ("stop umani, li mangiamo a casa loro") la signorina partorisce la bella pensata di andare a zonzo e com'è come non è la nostra viene morsa. 

faccia triste da quindicenne appena morsa: "wtf, com'è potuto accadere"  

E' qui che comincia la parte realmente interessante del film: il rapporto d'amore tra padre e figlia, che si spinge oltre ogni limite ed oltre ogni insormontabile problema...Ma il mondo del film è spietato e la società umana tira avanti solo grazie ai feroci rastrellamenti delle persone che vengono infettate (qui la 'trasformazione' in mangiacervelli non avviene velocemente, ma si ha un piuttosto lungo periodo di degenerazione in cui il malato è cosciente di ciò che gli sta accadendo) verso una zona di quarantena dove gli darebbero anche una fantomatica "cura", di cui non vi dicono niente perchè qualcuno di voi il film potrebbe non averlo ancora visto.
A questo punto entra in gioco un invecchiato (bene) Schwarzenegger che recita direi anche benissimo la parte del padre rimasto vedovo alle prese con una situazione famigliare diciamo così...Difficoltosa. Oddio, difficoltosa...Matrignia e altri figli in casa + figlia zombie della precedente moglie al piano di sopra che ogni giorno è più decomposta e di certo non profuma di fiori è, a dire il vero, qualcosina di più che difficoltosa...Direi proprio drammatica.
Ecco, drammatica. Questo è l'aggettivo e il genere giusto di questo film.  Si perchè la parte horror e catastrofica è infatti marginale rispetto al racconto e la caratterizzazione che il regista, , opera sui suoi personaggi.
Tutto il plot narrativo verte attorno ai rapporti umani tra i protagonisti e sulle  loro (spesso giustamente esagerate) reazioni emotive rispetto ad un mondo che, miserevolmente come un pò ci meritiamo, va ogni giorno più alla deriva ed annichilisce ogni di la speranza di una ripresa. 
 
 
In tutto questo ambient, cupo e sempre in bilico tra una pretesa di normalità sempre più fuori luogo ogni fotogramma e la dura realtà di un mondo giunto ormai alle sue battute finali, il volto corrugato e barbuto del vecchio Schwarzy ci sta. Ci sta veramente ed inaspettatamente bene, proprio come il proverbiale cacio sui maccheroni. Anzi, a  dirla tutta anche gli altri attori non sono male, sopratutto la giovanissima (classe 1996) che interpreta benissimo la parte che gli è stata affidata, quella di una ragazza giovane e fragile che affronta la sua progressiva ed inarrestabile rovina con crescente consapevolezza e sensibilità.
Il film ti fa capire che c'è sempre una piccola zolla di terreno fertile anche la dove tutto sembra ormai arido e bruciato. Tuttavia ciò che c'è attorno a questo piccolo giardino non lascia spazio a sconti e l'epilogo non presagisce d'esser tra i più rosei della cinematografia di Schwarzy.
Con le tensioni sociali derivanti dalla paura (qui si affronta anche la paura del diverso), la progressiva aridità dei campi, la conseguente carestia di cibo (qui si affronta invece la parabola ambientalista) tutto, comprese le regole del buon vicinato, andranno gradualmente a farsi friggere.

Schwarzy va a parlare con i vicini.

In definitiva sebbene mi sia avvicinato a questa pellicola  con un pò di pregiudizio devo dire che mi ha piacevolmente intrattenuto.
Siamo lontani dal capolavoro intendiamoci, e sottolineo il fatto che questa è solo la mia opinione personale (ad esempio su IMDB a giudicare dai voti non sembrerebbe che il mondo sia d'accordo con me), ma penso che, rispetto alle ultime cose che ho visto in campo horror  questo film sia più che guardabile, anche per il semplice fatto di poter 'ammirare' Arnold schwarzenegger in una mise davvero inedita per i suoi canoni e poter constatare come, a differenza di altri suoi 'colleghi spacconi' (vedi ad esempio Silvester Plasticone che se lo buchi con un ago si sgonfia), l'Arnoldo nostro stia invecchiando (si dice maturando) piuttosto bene!


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