1. Once Human – Gravity
Cominciamo in gonnella, e che diventi una piacevole
tradizione di queste playlist. Iniziare con una cantante femminile, se parliamo
di metal, non significa partire per forza da un classico usignolo. Anzi, non è
proprio questo il caso.
I Once Human sono infatti una band americana di death
metal melodico, con sfumature tipiche del progressive metal, formata e prodotta
dal noto Logan Mader (già Soulfly e Machine Head) e coadivata dalla splendida
Lauren Hart che svolge il suo compito di cantante in maniera più che
soddisfacente
2. Centinex – Generation of Flies
Se abbiamo cominciato col piedino pesante, perché non
continuare mettendoci il carico da novanta?
I Centinex sono una formazione
death metal svedese che è stata attiva sin dagli anni 90 fino al 2006 e che
solo pochi anni fa (nel 2014) è tornata alla carica con un paio di album.
Il pezzo della playlist, così carico di ottimismo e speranza per le nuove generazioni, è tratto dal loro ultimo album del 2016: Doomsday Rituals. A voi.
4. Sons of Texas – Feed the Need
5. Degradead – Victimize
Finisco con una band che avevo ascoltato già un po’ di anni fa’, non troppo famosa ma decisamente potente. Un quartetto svedese che unisce abilmente il tanto discusso metalcore al death melodico ma con pesantissime iniezioni (benefiche) di thrash.
Un gruppo che per il suo primo debutto ha avuto anche un supporter morale d’eccezione, Jesper Strömblad degli In Flames che ha definito il loro album letteralmente come “il futuro del metal”…Ditemi voi :P
Il pezzo della playlist, così carico di ottimismo e speranza per le nuove generazioni, è tratto dal loro ultimo album del 2016: Doomsday Rituals. A voi.
3. Zeal and Ardor – Come On
Down
Se fino ad ora ci siamo mantenuti saldi sui collaudatissimi binari del metal ora ci addentriamo in qualcosa di molto più sperimentale, originale e azzardato.
Zeal & Ardor è un progetto musicale che, aprite bene le orecchie, mischia (ed in maniera a mio parere veramente azzeccata) il black metal al black dei neri d’america, ovvero al blues.
L’album Devil is Fine è una sorta di concept che cerca di approfondire il legame tra il periodo della schiavitù americana e tutte quelle storie che giravano intorno ai primi bluesman ed i loro presunti patti con il diavolo (uno tra tutti il grande Robert Johnson).
Qualcuno potrebbe dire che lo svizzero-americano Manuel Gagneux abbia azzardato un po’ troppo, ma io dico che il mondo è anche di chi osa e che l’originalità di un disco come questo è destinata a rimanere impressa nella memoria di chi lo ha incontrato.
Zeal & Ardor è un progetto musicale che, aprite bene le orecchie, mischia (ed in maniera a mio parere veramente azzeccata) il black metal al black dei neri d’america, ovvero al blues.
L’album Devil is Fine è una sorta di concept che cerca di approfondire il legame tra il periodo della schiavitù americana e tutte quelle storie che giravano intorno ai primi bluesman ed i loro presunti patti con il diavolo (uno tra tutti il grande Robert Johnson).
Qualcuno potrebbe dire che lo svizzero-americano Manuel Gagneux abbia azzardato un po’ troppo, ma io dico che il mondo è anche di chi osa e che l’originalità di un disco come questo è destinata a rimanere impressa nella memoria di chi lo ha incontrato.
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4. Sons of Texas – Feed the Need
E per nutrire il nostro bisogno di metallo ecco una semplice quanto funzionale mazzata di groove metal dai Sons of Texas.
Band per cui penso per ovvie ragioni non ci sia bisogno si specificare alcuna provenienza geografica.
Con un solo album all’attivo, Baptized in the Rio Grande, vantano alla produzione Josh Wilbur, lo stesso di All That Remains, Lamb of God ed Hatebreed.
Un treno in corsa dal primo giro di basso fino alla stazione d'arrivo, un treno su cui salire a cuoir leggero, senza tanti fronzoli ma con molto headbanging.
Band per cui penso per ovvie ragioni non ci sia bisogno si specificare alcuna provenienza geografica.
Con un solo album all’attivo, Baptized in the Rio Grande, vantano alla produzione Josh Wilbur, lo stesso di All That Remains, Lamb of God ed Hatebreed.
Un treno in corsa dal primo giro di basso fino alla stazione d'arrivo, un treno su cui salire a cuoir leggero, senza tanti fronzoli ma con molto headbanging.
5. Degradead – Victimize
Finisco con una band che avevo ascoltato già un po’ di anni fa’, non troppo famosa ma decisamente potente. Un quartetto svedese che unisce abilmente il tanto discusso metalcore al death melodico ma con pesantissime iniezioni (benefiche) di thrash.
Un gruppo che per il suo primo debutto ha avuto anche un supporter morale d’eccezione, Jesper Strömblad degli In Flames che ha definito il loro album letteralmente come “il futuro del metal”…Ditemi voi :P
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