The Devil's Candy recensione e colonna sonora

Recensione di The Devil 's Candy, film del 2015 ed ultima fatica del regista australiano Sean Bryne, già visto alle prese con il buon The Loved Ones. Un film metal che più metal non si può (yeah).

devil candy copertina

Bello bello bello. 
No, aspè..devo fare una premessa. 
Questo per me è un gran film ma devo ammettere che il mio giudizio estremamente positivo potrebbe essere condizionato da due fattori che per altri spettatori non sono così fondamentali. 
Partiamo da quello più marginale: la presenza dietro la macchina da presa del più che promettente Sean Byrne, un regista australiano che avevo già apprezzato nel 2009 in occasione del suo eclettico esordio The Loved Ones (che ho già recensito a suo tempo qui e che vi consiglio di recuperare). 


Gli effetti benefici del metallo sulla ggente

happy (headbanging) family
L'altro elemento che ha spinto la mia ideale asticella verso l'incipit pieno di entusiasmo che avete appena letto è la presenza  massiccia in tutta la pellicola del mio genere musicale preferito: l'heavy metal. 
Approfondiamo questo elemento che non è così laterare come potrebbe sembrare. 
Il metal qui non è un orpello acustico ed estetico ma una parte narrativa importante. Non si ferma infatti ad essere una semplice colonna sonora, una scelta stilistica visiva, ma la sua presenza è concreta e fondamentale per tutto il film. 
Dalle semplici t-shirt, passando per i poster, fino al look dei protagonisti ed una adorabile bobble-head di Kirk Hammett posta sul cruscotto dell'auto tutto è pregnante di buon metal. 
Ma non solo: il metallo pesante funge anche da collante per un elemento basilare della trama senza il quale la presa emotiva dello spettatore non sarebbe la stessa: funge da passione in comune per l'intenso (e genuinamente bellissimo) rapporto che corre tra i due personaggi principali di The Devil's Candy: il rapporto tra padre e figlia,  su cui si poggia quasi tutta la vicenda.

jesse the devil candy pittura con una bomboletta

Trama

Ad una superficiale prima lettura della trama il film potrebbe essere scambiato facilmente per uno dei tanti horror triti e ritriti pieni di cliché: 
una famigliola, capitanata da un padre pittore squattrinato, sua moglie e la loro figlia pre-adolescente si deve trasferire in una nuova casa in Texas (pustaz!) che è stata teatro di ben due efferati omicidi. 
Fortunatamente però non c'è nessun cimitero indiano in cantina e ancora meglio una cantina non si vede manco di sbieco per tutto il film.
The Devil's Candy parla principalmente di demoni interiori. Del diavolo, ma con un piglio più introspettivo e lontano dai soliti canovacci visti e rivisti tipici dei possession movies americani. 
Di li a poco la mano artistica ed il pennello del padre Jesse viene a poco a poco guidata da qualcosa di estraneo a lui stesso, svelando, in un crescendo di tensione, tutti i dettagli che ci traghetteranno verso un epilogo -secondo me- 'col botto' (che non spoilererò, tranquilli).

the devil's candy screenshot

Sebbene una marcata componente sovrannaturale in questo espediente del male che usa l'arte come suo veicolo sia chiara ed innegabile, ed i rimandi a questa metafora siano più di uno nel film (come ad esempio nei datori di lavoro di Jesse),  il film riesce ad essere granitico, ipermateriale e lucido per tutta la sua durata (poco più di un'ora, segno anche che per  fare un film di un certo spessore non è necessario tirar su un polpettone a tutti i costi).
 
Tutto, anche gli elementi più evanescenti,  sono raccontati in modo molto plastico, vivido e umano, senza tra l'altro utilizzare troppi effetti speciali, demoni, spiritelli e varie ed eventuali. 
La regia resta pulita e senza fronzoli dall'inizio alla fine. Granitica e graffiante proprio come la colonna sonora a base di Metallica, Cavalera Conspiracy, Slayer e chi più ne ha più ne metta (si, ho goduto proprio tanto). 




Come si era già capito in passato (con qualche incertezza a dire il vero) Byrne è veramente bravo nel gestire la tensione per tutta la durata dei suoi film. Abilità non da poco per chi si cimenta in campo horror non trovate? 
La tensione qui sale e scende a suo comando, il suo controllo è completo. 
Raggiunge picchi estremamente alti (fattore a mio parere fondamentale per un horror) pur senza ricorrere in maniera sistematica a troppi elementi gore e splatter (abbondantissimi invece nel suo primo The Loved Ones). 
Il disturbo visivo è ridotto al minimo mentre viene enfatizzato il terrore peggiore, quello vissuto sul lato psicologico. 
Il finale è (senza spoilerare) secondo me azzeccato ed in linea con il ritmo e la personalità del film.
Sul lato dell'interpretazione devo fare per una volta un plauso a praticamente tutti gli attori. 
Il cattivo Ray, disturbato e disturbante, è interpretato da un'ottimo Pruitt Taylor Vinc. 
La comprimaria Shiri Appleby (quella di Roswell per chi ha visto la serie) nel ruolo della moglie se la cava benissimo anche in una delle scene più tese e riuscite della pellicola (scena che non vi descrivo ma che riconoscerete sicuramente da soli).


Le vere sorprese sono state però la giovanissima Kiara Glasco (classe 2001) che interpreta magistralmente il ruolo di una adolescente più realistica delle solite macchiette dei ragazzi che fuoriescono spesso dai film di questo genere e naturalmente Ethan Embry nel ruolo di un artista maledetto, ma suo malgrado, visto che il personaggio che interpreta è tutto meno che cattivo. Nonostante il suo aspetto non convenzionale, che per chi non conoscesse molti metallari da vicino potrebbe sembrare 'minaccioso', Jesse Hellman (a discapito del suo cognome, che non penso sia casuale, come non penso che lo sia quello del cattivo Ray Smiley) è a tutti gli effetti un gran brav'uomo che tiene follemente alla sua famiglia che a sua volta ricambia. 
Bryne non mette in scena quindi una famiglia tormentata e già sull'orlo di una crisi di nervi , che rappresenterebbe per un ipotetico diavolo un facile spuntino, ma una famiglia unita di metallari cazzuti, tosti come l'aceto e senza nessuna voglia di fare da stereotipo e perdere ciò che ha costruito.
Su queste direi solide basi si poggia uno dei film che mi è piaciuto di più in questi ultimi anni, che consiglio senza se e senza ma e di cui ho carpito la morale profonda e intrinseca: 
che, parafrasando alla larghissima il buon gigi proietti, ad una famiglia di metallari affiatati nun je devi  caga'r ca**o (nemmeno se sei il demonio)! 

the devil's candy guitar scenePrima di lasciarvi ai dettagli relativi all'uscita di The Devil 's Candy per l'home video vi invito, se vi è piaciuta la recensione e siete appassionati  di horror, a cliccare sul pulsante "segui" sotto il mio faccione in alto a destra per ricevere gli aggiornamenti sulle nuove recensioni.

DISTRIBUZIONE (L'Angolo del Collezionista)

Trattandosi di una pellicola del 2015 ma uscita nei cinema italiani solo nel Settembre del 2017 (va be che ci vogliamo fare? Siamo in Italia) l'uscita per il mercato home video sia in DVD che Blu Ray è ancora più in ritardo. 
L'edizione italiana di The Devil's Candy vedrà la luce a partire dal 18 Gennaio 2018 sia su supporto DVD che Blu Ray disk anche se su Amazon è già possibile fare il preorder per la limited edition.

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