Se per una parete grande ci voleva un pennello grande per un film pippone adesso ti sorbetti la recensione pippone! Perchè? Perchè è giusto così. Perchè siamo nati per soffrire!
Ecco a voi la mia recensione di The Wailing: La Presenza del Diavolo con commento al finale
Dopo averci stupito con uno dei migliori zombie movie dell'ultimo decennio (Train to Busan, di cui appena avrò tempo farò una recensione approfondita) la Corea del Sud, nonostante tutti i problemi causati dal grosso grasso dittatore residente a Nord, torna a far parlare di se anche sotto il profilo cinematografico.
The Wailing titolo originale Goksung poi italianizzato in La Presenza del Diavolo, è un film presentato fuori concorso a Cannes nel 2016.
Un titolo accolto stra-bene, sopratutto dalla critica, fino a sentire di qualcuno che ne grida al capolavoro.
Ecco, questi sono quel genere di discorsi spesso e volentieri dettati da un hype sconsiderato causato anche (e non solo) dalla presenza di una pellicola in un qualche blasonato festival e\o più in generale da tutto ciò che viene partorito in suolo sud coreano.
Questi fattori per come la vedo io finiscono quasi sempre per mitizzare in modo preventivo e sbagliato un prodotto ed alzare talmente tanto l'asticella delle aspettative che mi viene quasi istintivo fare un parallelismo tra un 'altro horror "d'essai" molto acclamato che ha caratterizzato questa stagione e che ho recensito qui: The Witch.
Per intenderci: The Witch e The Wailing a parte le doppie vu sono due film che non c'entrano nulla l'uno con l'altro, ma sono entrambi vittima dell'effetto "woow" tipico del cinefilo di nicchia (a cui idealmente non mi accosto quasi mai) e dell'auto-training della critica che sempre più spesso alla vista di qualcosa di 'diverso', in un drammatico marasma di nulla, grida al capolavoro in modo sempre più facile. E' davvero così?
Se la mia recensione di the Witch non era troppo allineata con la media ma riconosceva comunque una pellicola di prestigio e di incredibilmente alta se non altissima fattura questa la troverete ancora meno allineata alla media.
Va detto che tutto è soggettivo, sopratutto se parliamo di arte e tutto è opinabile, ed è proprio in virtù di questo che posso dirlo serenamente:
secondo me the wailing è tutto meno che un capolavoro.
ma a parte tutto: quanto ca**o piove in Corea? |
Anzi dirò di più: se questo film fosse uscito in qualsiasi nazione europea o nord americana e non fosse opera di un regista già a suo modo piuttosto affermato sarebbe molto probabilmente passato piuttosto in sordina e le uniche cannes che avrebbe visto sarebbero state quelle di bambù dell'esotica Corea.
E' un film pretenzioso? Molto.Metaforico? tantissimo. Onirico? troppo. Orientale? Fino allo sfinimento (questo non è necessariamente un difetto, anzi).
Il fatto è che in questo film è tutto 'troppo', è questo il problema ed è questo che non riesce a salvarlo dall'effetto "polpettone".
Ma andiamo per ordine.
The Wailing è una pellicola del 2016 uscita nel tardo 2017 in italiano per il mercato home-video (vedere paragrafo a fondo recensione per la distribuzione) diretta dalle sapienti mani di Hong-jin Na, che aveva mostrato i muscoli già nel precedente action-thriller The Chaser.
relax on the porch |
TRAMA DELLE MIE TRAME
In soldoni: il film segue le travagliate vicende di un piccolo villaggio rurale della Corea del Sud. Uno di quelli fatti di piccole case\pagoda, pochi cittadini che conducono una vita placida e tranquilla e di sbirri fuori forma e maldestri.
E' proprio in uno di questi poliziotti della domenica troviamo l'impacciato personaggio principale della nostra vicenda. Un personaggio che sinceramente ho trovato troppo tendente alla macchietta e ben poco penetrante a livello caratteriale.
La sua vita e quella di tutti gli altri cittadini del villaggio viene scossa dopo l'arrivo in città di uno straniero, un giapponese, che oltre a non parlare la loro lingua ed essere un tipo decisamente strano (per la serie: avvistato a girare nudo per i boschi senza neanche l'apposito impermeabile da voyeur pipparolo) è anche un catalizzatore di morti ammazzati.
Lo straniero infatti, dallo sguardo più impassibile di una statua (questo un elemento riusciuto ed inquietante), viene sin da subito additato come potenziale artefice di una serie di efferati ed insoliti omicidi che di colpo iniziano ad accadere e sembrano non fermarsi più.
Il modo in cui muoiono e soffrono lentamente le vittime di questo strano 'virus' che le sta decimando funge da incipit per il regista che da qui dipana tutte le sue tracce narrative e metafore, ricercate sempre con una certa maestria ma poco chiare e che finiscono per confondere lo spettatore più che inquietarlo.
Primo difetto? Indubbiamente la durata.
Il film ha una narrazione lenta in un modo osceno, tipica di un certo tipo di cinema orientale (ma non di altro, vedi il già citato Train to Busan ad esempio) e funzionale se hai tante cose da dire. Qui secondo me l'espediente non funziona e personalmente non mi ha generato inquietudine ma noia.
Il tutto per narrare una serie di eventi in un crescendo di tensione spalmati in ben due ore e trentasei minuti quando sinceramente trovo che sarebbe dovuto durare almeno una mezz'ora in meno per risultare meno 'stopposo'.
Nonostante la durata complessiva ed i momenti di stanchezza c'è da dire che la curiosità te la mette eccome, e la voglia di vedere come va a finire resta viva nello spettatore fino all'ultima mezz'ora, che è la più interessante ma anche la più confusionale a mio parere.
Non c'è solo horror in questo film ma anche una buona dose di giallo\poliziesco dai tratti molto oscuri, quasi noir.
Nelle prime battute mi ricordava quasi un Seven in salsa coreana, tanto per intenderci.
Un altro difetto è secondo me la recitazione: fatto salvo per alcuni personaggi secondo me non funziona.
Il personaggio principale sopratutto l'ho trovato insipido, mal caratterizzato, a volte volutamente comico, a volte purtroppo grottescamente ed involontariamente comico, quasi sempre poco espressivo. Praticamente una triglia (bella grossa).
La messa in scena delle situazioni a volte rasenta il grottesco, non rende e sembra davvero poco plausibile e non solo in senso logico.
Le reazioni dei personaggi ad alcuni eventi sono a volte spropositate rispetto all'accaduto, altre sono invece troppo soft risultando nel complesso un mix non molto credibile secondo me.
Sotto questo profilo va però detto che il doppiaggio in italiano sembra fatto un pò da cani, e questo penso che conti parecchio sulla resa finale della recitazione ed il feeling con i personaggi.
Forse sotto questo profilo dovrei concedergli una seconda chance e riguardarmelo mettendo l'audio del blu ray in lingua originale con sottotitoli in italiano.
un balletto coreografico con lo sciamano non si nega a nessuno |
Se per le prime due ore il film mi era sembrato ermetico, dopo il suo finale lo definirei totalmente criptico:
SPIEGAZIONE DEL FINALE (aka: segone mentale)
[SPOILER]Spiegazione è una parola grossa.
Credevo che fornire una spiegazione logica per il finale di Babadook fosse stato difficile e invece era roba da ridere.
Molto semplicemente penso che questo film non abbia una spiegazione logica e che sia quindi aperto a mille e una interpretazioni.
Effetto voluto? Non so, ma un film che non si capisce come finisce anche se te lo riguardi due volte, anche se cerchi invano in rete per un'ora (come ha fatto il sottoscritto) a casa mia si chiama "film con buchi di trama grossi quanto giant shark vs mega octopus", ma mi rendo conto che a casa d'altri (più esperti evidentemente) queste si chiamino finezze narrative...Questo lo ipotizzo perchè in rete non ho trovato altro che complimenti&congetture sulle tre figure chiave del film.
Parliamone:
lo sciamano, il fantasma del giapponese ed il fantasma della ragazza. Chi è buono? Chi è cattivo?
La verità è che non si capisce perchè qualsiasi versione si trovi non torna ne a livello cronologico ne logico.
La versione "giapponese buono, sciamano buono, ragazza cattiva" non torna.
Lo sciamano buono sbaglia a farsela con il giapponese perchè lo spirito cattivo in realtà è la ragazza?Bene. E allora per quale ca**o di ragione la ragazza sembra disperata quando il poliziotto non le da retta e non aspetta i tre canti del gallo prima di entrare in casa? E la figura demoniaca del giapponese alla fine allora chi è, babbo natale? bellino.
E perchè se lo sciamano è buono alla fine va a fare le foto nella casa con fare cinico?
E perchè se lo sciamano è buono alla fine va a fare le foto nella casa con fare cinico?
La versione "giapponese cattivo, sciamano cattivo, ragazza buona" non torna:
giapponese e sciamano sono d'accordo contro il poliziotto e mettono in cattiva luce la ragazza che è uno spirito buono.
Ah si? E allora perchè, porco due, sembra proprio essere la ragazza a spingere il giapponese giù per la scarpata sull'auto della polizia? E perchè se è buona ferma lo sciamano facendogli vomitare sangue e altri simpatici escrementi pur di non fargli avvisare il poliziotto sulla figlia? E perchè se sono d'accordo lo sciamano durante il suo rituale super ballereccio sta quasi per ammazzare il suo complice giapponese? E ancora: se il giapponese è cattivo allora perchè è terrorizzato anche lui dal cadavere in macchina nel parco e dalla sua resurrezione (quando tra l'altro nelle scene prima sembra proprio lui a farlo resuscitare)?
Ah si? E allora perchè, porco due, sembra proprio essere la ragazza a spingere il giapponese giù per la scarpata sull'auto della polizia? E perchè se è buona ferma lo sciamano facendogli vomitare sangue e altri simpatici escrementi pur di non fargli avvisare il poliziotto sulla figlia? E perchè se sono d'accordo lo sciamano durante il suo rituale super ballereccio sta quasi per ammazzare il suo complice giapponese? E ancora: se il giapponese è cattivo allora perchè è terrorizzato anche lui dal cadavere in macchina nel parco e dalla sua resurrezione (quando tra l'altro nelle scene prima sembra proprio lui a farlo resuscitare)?
Ripeto: secondo me cercando una soluzione logica non se ne esce (sarò però piacevolmente colpito se qualcuno nei commenti mi fa ricredere).
Diversa invece può essere una lettura metaforica di certi eventi:
ad esempio secondo me le figure spirituali del prete cattolico e dello sciamano ed il modo in cui entrambi in un modo o nell'altro periscono di fronte al male servono a fare intendere la debolezza delle religioni.
Non di una in particolare, ma di tutte. Semplici artifiizi umani, come trucchetti da baraccone antemposti ad un vero male primordiale e sconfinato.
Ho trovato molto significato infine anche in una delle sequenze finali, quella tra il prete ed il giapponese mutato in demone.
In quel caso ho dato la mia interpretazione del film, banalizzandola al massimo forse ma cercando di riassumerla:
ognuno (spettatore incluso) vede il male dove lo vuole vedere (nel giapponese, nella ragazza o nello sciamano) ma comunque la si pensi questo è comunque onnipresente laddove esiste l'essere umano perciò "se vuoi che io sia il diavolo, sono il diavolo".
In buona sostanza tra le tre figure il buono non esiste.
Come me la sono cavata? Male lo so. Ma era una battaglia a perdere sin dall'inizio e lo sapevo. [/FINE SPOILER]
DISTRIBUZIONE ( L'ANGOLO DEL COLLEZIONISTA)
The Wailing ha avuto un'ottima distribuzione rispetto ad altri prodotti di provenienza orientale (complice anche la presenza della pellicola a Cannes mi verrebbe da dire).
Su Amazon la versione interamente doppiata in italiano è disponibile dal 15 Novembre 2017 sia in Blu Ray che DVD e devo dire che la copertina alternativa ai poster da sala, con quella minolta vintage in bella vista, da fotografo mi piace parecchio!
Fatta la recensione-pippone di un film super-pippone non mi rimane altro che tirare le somme: The Wailing non è un capolavoro.
Non è un film brutto e si vede che è un film che punta a cime molto alte di qualità...Ma onestamente: le raggiunge come dicono in tanti?
Non so, alcune sue parti sono molto raffazzonate secondo me, la recitazione come detto non l'ho trovata all'altezza della pretenziosità della pellicola.
E sopratutto ci sono tante, troppe domande che rimangono irrisolte per spingermi a dire: "ma no dai è bello proprio perchè è così".
No quello ve lo dice il critico con la puzza sotto il naso: io vi dico che questo è un film lento ma girato bene, con un'ottima fotografia ma recitato in modo mediocre.
Un film sicuramente particolare, probabilmente unico. Un film che a suo modo coinvolge lo spettatore fino alla fine nonostante la sua lentezza cronica ma che proprio sul più bello lo lascia da solo e in mutande come l'ormai famoso giapponese a dire: "Meh" in una foresta di domande che mai si diraderà.
Dai mo' Cannes: fatevene di meno!
Commenti
Grazie
Nella Corea rurale contattare uno sciamano quando qualcuno si ammala è una pratica comune, in vigore da moltissimi secoli, è l'unica "religione" autoctona dello Stato, abituato a vedersi imposte religioni esterne (cristianesimo/protestantesimo e buddhismo, rappresentati dal diacono e dal giapponese). Il fatto che non si capisca alla fine chi sia la figura buona può essere legato al fatto che ormai queste tre religioni sono talmente radicate nella penisola che, a seconda di cosa si decide di professare, vi saranno sempre due religioni "pagane" e "maligne" a circondarci. Trovo inoltre molto simbolico il fatto che il Diavolo (il Male per eccellenza) sia giapponese, parli giapponese. Il Giappone ha una lunga storia di soprusi e invasioni nei confronti della Corea, soprattutto durante la seconda GM, dove ha sottoposto la popolazione coreana a barbarie simili a quelle che hanno subito gli ebrei coi nazisti, che peraltro continua a negare ancora oggi, alimentando un astio costante da parte della popolazione coreana.
Finendo questo immenso pippone, la trama (se intesa dal punto di vista del regista, e quindi di un coreano) è una sorta di "spiegazione soprannaturale" a quelli che sono gli elementi problematici/controversi della coscienza comune coreana (identità religiosa/affrontare un passato difficile).
Secondo me lo sciamano era buono, ma quando il protagonista/essere più inutile del film lo blocca durante l'esecuzione del rito (lo sciamano gli aveva detto di non interferire perché sarebbe stata un'esperienza spirituale) lo spirito si impossessa di lui(?). Poi quando il giapponese è debole la donna lo insegue e cerca di ucciderlo. L'uomo morto nel furgone presumo lo stesse usando come mezzo nel difendersi durante il rito, e lo abbia portato in vita come conseguenza dell'interruzione. E alla fine si vede che il giapponese è il diavolo ma il prete riesce a vedere la sua vera forma solo dopo essere stato "illuminato" dal flash della macchina fotografica.
I miei unici dubbi sono 2:
Primo non sono sicuro della parte della possessione dello sciamano.
Secondo, chi è la donna allora? Probabilmente lo dovremmo capire dalla sequenza di immagini quando alla fine del film lei prende la mano al poliziotto, ma non ci sono arrivato.
Però che il giappo fosse il cattivo si poteva capire anche per le ragioni storiche, come dicevano in un altro commento.
Sono finito qui cercando la traduzione delle parti in giapponese che rimangono tutt'ora per un me un mistero. Chi avesse delle informazioni potrebbe aiutarmi nel chiarire la questione.
Scene chiavi sono quelle dei due rituali in contemporanea: in uno il monaco prova ad "esorcizzare" lo spirito maligno innescando una connessione con il vecchio giapponese; lo scopo è quello di ucciderlo per fare sì che il demone prendi possesso del vecchio. Dall'altra parte, il vecchio giapponese esorcizza il cadavere trovato nel furgone nel bosco. L'interruzione del primo rituale da parte del protagonista porta il giapponese a sopravvivere ma a fallire il proprio compito, infatti il cadavere ritorna in vita come zombie.
Quando il protagonista con gli amici vanno dal giapponese, egli li salva dallo zombie e scappando, successivamente muore travolto dal loro camioncino e successivamente buttato nel dirupo. Lì ormai il demone può prendere possesso del giapponese, infatti il monaco percepisce l'accaduto e dice che ha abboccato all'amo.
Il monaco sta andando nel villaggio per ultimare il piano ma trova lo spirito della ragazza allora, impaurito scappa via cercando protezione. In macchina la pioggia di cavallette, forse mandata dal demone suo alleato, lo spinge a tornare indietro e, essendo ormai lontano per la tentata fuga, chiama il protagonista dicendo di andare dalla figlia e non ascoltare lo spirito della ragazza, la quale in realtà vuole catturare il demone, quindi andare contro il monaco e il demone cattivo.
In conclusione: il giapponese muore e viene posseduto dall'entità malvagia; lo spirito della donna non riesce a fermarlo e lo sciamano, in combutta con l'entità sin dall'inizio, prepara tutto e va via. Missione compiuta
E questo lo rende squisitamente REALISTICO. Tutta la lunga ora iniziale serve esattamente a contestualizzare una realtà rurale e abbastanza sempliciotta (non è un caso che il Diavolo scelga proprio un posto di "campagnoli" superstiziosi per agire), e il protagonista ne è l'esempio lampante. Tutta sta maledizione accade ad un fannullone scansafatiche, cosa che a mio parere rende il tutto molto più affascinante e reale (ebbasta con ste pellicole americane col figo di turno).
Il problema vero è che non siamo più abituati a guardare film da un ritmo simile, purtroppo. Ma la colpa è nostra, mica del film. Hollywood ci ha drogati.
Il ritmo del film è eccezionale, lento dove deve essere lento ed incalzante dove deve essere incalzante. E' del tutto funzionale alla pellicola e alle sensazioni che vuole dare, un inizlalmente lento precipitare da una realtà sempliciotta e di routine in un incubo fuori dalla realtà. E il ritmo è scandito proprio in ottica di ciò.
Film eccezionale a mio parere.
La ragazza di bianco dice che il demone lo può fermare quando entra nella casa con la piantina appesa, ma poi dice al poliziotto che il demone è già la, che poi sarebbe sua figlia.. se il poliziotto avesse aspettato 3 volte il canto del gallo, cosa sarebbe successo? Avrebbe creduto alla ragazza in bianco, quando dato prova della sua fede, e la figlia non avrebbe ucciso nessuno?
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