Con L'Ozio Come Stile di Vita, Tom Hodgkinson ci offre una guida preziosa alla nobile arte dell’ozio. È una guida ironica, colta, raffinata, spesso esilarante.
Attingendo a una letteratura dell’ozio che è antica e prestigiosa, citando le opere dei suoi grandi cantori, da Bertrand Russell a Walt Whitman, da Robert Louis Stevenson a Friedrich Nietzsche, da George Byron al dottor Johnson, Hodgkinson ci conduce attraverso le ventiquattr’ore di una frenetica giornata del ventunesimo secolo per svuotarle da ansie, compiti e doveri e suggerirci ventiquattro differenti modi di oziare: passeggiare senza una meta, meditare, coltivare l’arte della conversazione, contemplare il cielo stellato, indulgere a piccoli vizi come il tabacco e l’alcol, trasformare il sesso da un exploit ginnico in un’attività rilassante, fare la siesta, sognare a occhi aperti...
È tempo ormai che gli oziosi espongano apertamente le proprie ragioni al mondo intero, e che alla fiaba dello spettro dell’ozio contrappongano un manifesto del partito degli oziosi. Tom Hodgkinson lo ha scritto per noi.
Uno spettro si aggira per l’Europa – lo spettro del dolce far niente. Tutti i potentati delle nazioni ricche e progredite hanno formato una santa alleanza per dare una caccia spietata a questo spettro: governi e industrie, giornali e televisioni, moralisti e bigotti.
In un mondo dominato dall’etica del lavoro, dall’efficienza, da martellanti messaggi mediatici che ci incitano a fare, produrre, guadagnare, consumare, il non atto dell’ozio è diventato un atto sovversivo, rivoluzionario, una rivendicazione di individualità e indipendenza, un diritto che dobbiamo rivendicare. Ma, come diceva Oscar Wilde, «non far niente è il lavoro più duro di tutti».
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Bio: Tom Hodgkinson, nato nel 1968, è il direttore di «The Idler», un libro-rivista semestrale, da anni oggetto di culto in Inghilterra, in cui scrittori e umoristi esaltano i piaceri dell’ozio e della pigrizia e combattono l’idolatria del lavoro. Collabora inoltre con il «Sunday Telegraph», il «Guardian» e il «Sunday Times», e per un certo periodo ha importato assenzio dalla Francia in Gran Bretagna.
Sembra interessante ... quasi quasi me lo compro :D
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