Call of Juarez : bound in blood


"Non esistono uomini cattivi
Esistono solo cattive azioni"

Giocai il primo capitolo di questa serie alla sua uscita su PC qualche anno fa. Il ricordo che mi ha lasciato è quello di un gioco con una ambientazione -quella western- ricca di atmosfera ma ancora poco sfruttata , ed una trama interessante raccontata attraverso gli occhi di due personaggi ben caratterizzati.

Per alcune nebbiose ragioni (di gameplay ed altro) però il primo Call of Juarez non riuscì a ritagliarsi un posticino tra i classici del genere ne a far decollare gli shooter ambientati nel vecchio west come hanno fatto, ad esempio , quelli ambientati durante la seconda guerra mondiale ( grazie principalmente ai vari Medal of Honor e Call of Duty ).

Poi, nel Luglio 2009 esce il seguito , anzi il prequel , di Call of Juarez… e devo dire che secondo me le cose sono migliorate in modo esponenziale.

Partiamo bene infatti parlando subito della trama , che non ho trovato per niente banale, e dove tutti personaggi che incontriamo nel gioco , sin dai nostri nemici fino a quelli che possiamo controllare -due anche in questo capitolo- , non fanno la parte ne dei buoni ne dei cattivi canonici, ma sono solo e semplicemente quella degli uomini , dei peccatori .

"Non esistono uomini cattivi , esistono solo cattive azioni" è una frase che sentirete durante l'avventura, e che secondo me sintetizza un po’ tutte le basi su cui si pone la storia di CoJ ).

Essendo un prequel assistiamo alla genesi di uno dei protagonisti del primo Call of Juarez : Il prete pistolero ( che forse costituisce l'immagine impressa meglio nella memoria dei giocatori del primo capitolo) che attraverso una strada segnata da sangue e violenza arriva ad essere il prete che vediamo nel primo gioco.

Graficamente parlando , vuoi per la multipiattaforma , vuoi per l'ottimizzazione superba , il gioco si presenta molto d'impatto -ampiamente sopra la media direi- ma al contempo anche molto fluido , accusando qualche rallentamento o calo di frame solo in coincidenza dei checkpoint o dei salvataggi rapidi ma per di più scorrendo liscio come l'olio fino alla fine dell'esperienza ed anche nelle fasi di azione più concitate o in presenza di vasti scorci paesaggistici ( in alcuni casi esplorabili in free-roaming , anche se in maniera molto limitata) spesso spettacolari.

Una bella esperienza a tutto tondo direi. Era da un po’ infatti che non giocavo un fps capace di lasciarmi un buono e duraturo ricordo… e direi che Bound in Blood era l'fps che aspettavo :)

Sono interessato anche al multiplayer , alcuni amici me ne hanno parlato molto bene e probabilmente inizierò a giocarci ( server e popolazione di player permettendo).

Una buona prova di forza per Ubisoft , una bella sopresa per tutti gli amanti degli FPS , ed una profondità maggiore -di trama e background- per un brand valido che vanta ,imho, un'ambientazione ancora tutta da esplorare e da sfruttare -videoludicamente parlando-.

Consigliati ovviamente mouse e tastiera per divertirsi appieno … Revolver e Sei Colpi non vanno molto d’accordo con i pad ;)



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