recensione del film Pontypool (horror)


Vi dirò: Pontypool è un animale strano. 
Strano anche  nel suo essere Horror , un genere che già  lo sapete ,  è spesso definito  ‘di nicchia’ e spesso è anche tristemente sottovalutato.
Il low budget in Pontypool  è tanto palese quanto lo è la buonissima recitazione degli attori , il ‘dj cowboy’ protagonista prima di tutti.
Considero Pontypool una pellicola unica nel suo genere ,   che non si affida  per niente  alla resa visiva (di cui spesso in questo campo si abusa)  per creare tensione nello spettatore ,  lo fa invece in modo magistrale e inaspettato : attraverso la comunicazione verbale.
Per quasi tutto il film infatti i nostri occhi vedranno poco o niente di spaventoso:  salvo rarissime scene esterne infatti il tutto è ambientato tra le quattro mura di una stazione radio locale nella  ridente cittadina Canadese di PontyPool , che da poco ha acquisito un nuovo speaker (interpretato in modo a dir poco intenso  dall’eccelso Stephen McHattie ….. ) tanto ‘famoso’ quanto ironico e politicamente scorretto nelle sue uscite radiofoniche.
Nel bel mezzo di una tempesta di gelo che colpisce la zona la giornata comincia ‘regolare’ come tutte le altre nella piccola cittadina di Pontypool , per poi degenerare in un crescendo quasi esponenziale di notizie quantomeno ‘strambe’ che ben presto diventano ‘incredibili’, a tratti demenziali fino a sfociare nell’orrore più totale (e verbale) del termine.
Tutte le notizie che arrivano alla radio e che fanno da perno alla vicenda vengono  spiegate e illustrate verbalmente in un modo a dir poco nitido e cristallino, senza mai lesinare su ferocia e senza mai fare sconti agli ascoltatori per quasi tutta la prima parte del film , andando a generare un crescendo di tensione psicologica sublime e ormai molto rara da trovare nel cinema Horror. 
il film in se è anche parecchio criptico ed ermetico nei suoi messaggi  , per poi  purtroppo perdersi sul finale in spiegazioni forse troppo avventate e tirate , quasi come se il regista ce ne dovesse una a tutti i costi, quando invece secondo me poteva starci un ‘semplice’ quanto forte messaggio ‘morale’ sulla “potenza delle parole” , sull’importanza della comunicazione , tema principale su cui alla fine gira tutta la vicenda.
Prima di concludere vorrei fare una menzione d’onore ai doppiatori della versione italiana che hanno svolto un ottimo lavoro a mio parere , consci secondo me che in questo film più che in tantissimi altri la voce e la comunicazione tra le persone sono il cuore di tutto il meccanismo che lo porta avanti e lo rende in qualche modo un film ‘speciale’.
Sicuramente parliamo di un film originale, che i veri amanti del genere apprezzeranno sicuramente , anche se come ho già fatto notare , forse ‘il tutto’ (l’elemento tensione in primis) comincia a scemare drasticamente verso la fine , quando si vuole dare a tutti i costi una spiegazione ‘logica’ agli avvenimenti scioccanti che accadono nella pellicola.
Consiglio la visione del film a tutti gli appassionati in quanto è indubbiamente uno dei film horror più originali da qualche anno a questa parte, anche se alla fine, non posso nasconderlo oltre:  il regista Bruce McDonald mi lascia un po’ di amaro in bocca , perché ha sfiorato l’occasione di creare un nuovo classico del genere lasciandosela di fatto sfuggire dalle mani.

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