Recensione di Sons of Anarchy (serie)


Oggi vi voglio convincere, perchè io stesso non ne ero convinto prima di iniziare a guardarlo e non voglio che rischiate anche voi di perdervi questa perla finemente (si fa' per dire) americana. 
Sons of Anarchy ormai è entrato nella mia personale classifica dei best-of in tema "serie TV". 
Tutte le vicende narrate nelle cinque stagioni (la quinta ancora in programmazione mentre scrivo) ruotano attorno agli eventi di un club di motoclisti californiani chiamati appunto Sons of Anarchy, o per gli aficionados direttamente "sons". 
Detta così potrebbe sembrar noioso, se non fosse che dietro all'ufficialità di un club di appassionati delle due ruote si nascondono business illeciti che portano gli eventi a vicende che definire drammatiche è un eufemismo.
Non stiamo certo parlando di una serie molto politically correct (anche perchè da me lo sapete ne troverete poche di quelle robe li) ne di un affresco della società benpensante americana: in Sons of Anarchy (da ora in avanti solo SOA) non esistono i classici "buoni" e "cattivi", esistono solo vicende umane di un'umanità fin troppo reale, infatti anche se già l'idea di un telefilm su una gang di motociclisti può sembrare allegorica come spesso accade la prima impressione è spesso sbagliata.


La cittadina immaginaria di Charming sembra uno dei fulcri del crimine degli Stati Uniti e la visione di "branco" la visione di "famiglia" è ben presente nella struttura di Sons of Anarchy. Il club è visto come una famiglia certo, ma di quelle famiglie a volte fratricide, di quelle famiglie che nessuno sognerebbe mai di avere, di quelle famiglie che per forza di cose (anzi di nascita) ti ritrovi ad amare, o quantomeno a seguire, volente o nolente. 
Una famiglia  certo, ma una famiglia da cui è difficile scappare una volta entrati, sia per i membri sia per gli spettatori. 
Come ho già detto ad inizio articolo non ero particolarmente invogliato da SOA prima di iniziare il primissimo episodio ma spinto da una serie infinita di feedback positivi un pò ovunque, sia da critica che da pubblico,  ho vinto la pigrizia ed è stato amore a prima vista. 
Parlando dal punto di vista recitativo secondo me siamo su ottimi livelli, grazie ad attori veramente bravi tra cui segnalo l'inossidabile Ron Perlman (il nome non vi dirà nulla ma la sua faccia sicuramente si) e l'interprete del personaggio principale (Jax) Charlie Hunnam che recentemente ho potuto apprezzare anche nel roboento Pacific Rim di Guillermo del Toro.
Ultimissima segnalazione prima di lasciarvi alla ricerca degli episodi: la colonna sonora,davvero fantastica,  composta in gran parte da cover secondo me molto riuscite di più o meno grandi pezzi rock.
SOA è un telefilm duro e crudo ma che saprà commuovervi in molto più d'una occasione, e per quanto stronzi possano essere i membri di questo violento club imparerete ad amarli, dal primo all'ultimo, provare per credere!
Per gli amanti dei  paragoni con altre serie...Non ne ho molti sinceramente, è piuttosto originale, ma volendo forzare la mano potrei trovare qualche nota in comune con Oz

ps: e se mentre leggete siete già alla fase due (la scimmia) potrebbe farvi venire qualche voglina consumistica lo shop ufficiale con il merchandise marchiato inesorabilmente Samcro ;)




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