The Darkness - Recensione film horror (2016) con Kevin Bacon

Ed ecco a voi la recensione inutile di un film che riesce ad essere ancora più inutile delle mie recensioni inutili. Un film tutto chiacchiere e Kevin Bacon. 


Secondo me The Darkness è veramente scarso, il prototipo della scarsezza e dei soldi spesi a cazzo per produrre qualcosa che appassiona come una crepa su un muro! 
In tutto ciò la presenza di Kevin Bacon non servirà a salvarlo dall’oblio in cui si merita di finire. L’oblio di quei film banali dalla testa ai piedi, quelli che partono male per finire peggio. 

Scontato sin dal titolo come poteva forse essere di trama? 
Dopo una gita al Gran Canyon in Arizona la famigliola di turno torna con una serie di cinque sassi raccolti in una caverna da un ragazzino autistico interpretato da David Mazouz che in Gotham interpreta Batman (lo sapevo che batman sotto sotto era un po’ autistico anche lui, si vedeva dai!). 
Fin qui niente di male, ma probabilmente il ragazzino non aveva mai ascoltato e adattato i preziosi consigli di Crozza con gli Elio e le Storie Tese: non portare via i sassi dall’Arizona, se no l’Arizona non sarà più la stessa



E infatti i simpatici souvenir porteranno a nefasti e crescenti disastri nella famigliola di papà Kevin Bacon. Com’è come non è le pietre racchiudevano cinque spiriti\divinità ancestrali temute dagli indiani Navajo, che erano riusciti con fatica a neutralizzarli incastonandoli nelle pietre e nascondendoli in una caverna in culonia, in modo da essere completamente isolati nei secoli dei secoli (amen). 
Cosa poteva guastare il piano ben riuscito degli indiani? Chi se non i soliti americani rompicoglioni in ferie!
Il ragazzino cade accidentalmente nella grotta, raccoglie le pietre da un altare (perché oltre ad essere autistico evidentemente è anche cleptomane) e poi per completare il capolavoro non dice neanche nulla ai suoi. 
 

Potete gcapire che quando l’intero comparto narrativo si regge in piedi su un qualcosa non troppo dissimile dal proverbiale cimitero indiano in cantina, che è un’idea tanto fresca che ne I Simpson la scimmiottavano già nelle primissime puntate de ‘La Paura fa Novanta’, è difficile scendere più in basso di così, eppure The Darkness ce la fa’. Ce la fa’ alla grande e ci regala un'ora e trentadue di noia purissima non raffinata e senza additivi chimici. 
Così, una sfrangiatura di palle, colpevole e reiterata, dopo l'altra senza una sola scena che faccia realmente paura (almeno a me no), si arriva ad un finale che ci tengo a non commentare neanche e non solo per la questione spoiler. 


Insomma, diciamo che una volta presa visione della biondina australiana Lucy Fry(Stephany), le uniche cose belle del film potrebbero essere le riprese sul mastodondico Gran Canyon...Si be, se ci fossero state.
Mi spiace perché la produzione e la distribuzione ‘granitica’ (nel senso di: a base di grana) poteva essere impiegata per valorizzare qualche altro plot più interessante come ce ne sono tanti nell’underground di questo genere. 
E mi spiace anche per il buon Kevin che non si meriterebbe parti in film così scarsi (non dopo The Following almeno).

E tu spettatore ritenta e sarai più fortunato (forse), ma intanto se hai già scartato questo e cerchi qualche altro film horror da guardare puoi dare un’occhiata alle altre mie recensioni.
Vi saluto e vi ricordo che potete iscrivervi semplicemente cliccando “segui” di fianco al mio faccione in alto a destra, alla prossima!

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