Hill House (2018) spiegazione e recensione Serie Tv


Hill House è una serie TV di genere Horror sviluppata in un'unica stagione da dieci episodi girata nel 2018 dal regista Mike Flanagan. 

Finalmente il buon horror di una volta che ritorna. E non solo!
Non trovo decisamente altro modo di descrivere i dieci episodi autoconclusivi di questa mini serie che riesce a riportare l'horror sui suoi binari più nobili e ricercati: quelli sempre in bilico tra l'introspezione e la paura.
E per paura non mi riferisco certo ai jumpscare ma a quella psicologica, ottenuta tramite un  tessuto narrativo eccezionale e di grande qualità  che Flanagan è riuscito a confezionare  personalizzando il  celebre classico letterario del 1959 di Shirley Jackson per arrivare a metterci del proprio a suo modo. 
Ed è propri qui, nel modo di fare cinema 'a la Flanagan', elegante e raffinato, che risiede l'emergere di questa opera rispetto a tante altre. 
Una maestria dietro la macchina da presa che ha fatto gridare al capolavoro più di un addetto al settore, tra cui il maestro indiscusso di un gerto tipo di horror, ovvero Stephen King che su twitter si è sbilanciato nel definire The Haunting of Hill House un lavoro geniale .  
E' sicuramente vero che nell'era dei social siamo tutti portati a dare giudizi troppo veloci e parziali, ma in questo caso mi sento di concordare pienamente con King: c'è davvero del genio nel modo in cui è costruito e realizzato Hill House.



La trama si dipana attorno a questa casa , una haunted mansion talmente didascalica per il genere horror da sembrare uscita da una favola nera. 
Una famiglia di ristrutturatori acquista Hill House allo stato di rudere per rimetterla completamente a lucido e rivenderla. Durante i lavori dovrà vedersela , mano a mano con lo spettatore quali, col suo variegato campionario di abitanti.
Detta così può sembrare banale, ma scopriremo che c'è molto altro in cui dovremo addentrarci guardando Hill House. 
Scopriremo presto infatti che l'interea vicenda si dipana lungo decenni e viene narrata tramite salti temporali continui,  perfettamente collegati tra loro,in cui conosceremo i personaggi sia da bambini che da adulti (cosa che mi ha vagamente ricordato i fasti del titanico IT del già citato Stephen King). 
 



La delineazione e la caratterizzazione di questi personaggi lungo gli anni è uno dei fiori all'occhiello dell'intera produzione. Essa risulta infatti incredibilmente curata, complice anche il format  proprio delle serie TV che, con i suoi tempi fisiologicamente più lunghi e dilatati di un lungometraggio,  permette (a chi ne è in grado ovviamente) di curare di più e con molta più calma tutti gli aspetti caratteriali e interiori dei protagonisti e dei loro numerosi  comprimari, aprendo e chiudendo finestre sulle loro sfaccettate vicende personali,  famigliari  e sulla loro lenta ma inesorabile discesa negli abissi di una fin troppo lucida follia messa poi in scena in modo davvero magistrale. 
Con Hill House il regista Flanagan , di cui avevo già parlato (bene) in sede di recensione del suo seppur molto inferiore Ouja , da promessa di gesto genere cinematografico si impone oggi come una delle maggiori conferme del cinema horror degli ultimi anni. 
Come un vero e proprio maestro del genere  gioca su più piani narrativi e passa da uno all'altro con una evidente e estrema disinvoltura, dimostrando di sapere esattamente dosare tutti gli ingredienti giusti e necessari al fien ultimo di dare profondità alla storia e ai personaggi in egual misura, senza al contempo lesinare in colpi di scena davvero riusciti. 




Un esempio? Davvero epico come tutto torni e quadri perfettamente nel dualismo tra La Donna dal Collo Storto (The Bent Neck Lady) ed il perseguitato personaggio di Nell. 
C'è una scena in particolare (che fa' da epilogo e da corollario al loro parallelismo) che è narrata su più piani di realtà tramite un montaggio così geniale e funzionale che è destinata, secondo me, a segnare l'immaginario di tutti gli spettatori di Hill House. 
Gli spettatori, partendo da una trama che  oggettivamente ha del visto e rivisto, finiscono inevitabilmente per seguire ipnotizzati le vicende e le tragedie dei tanti fratelli della famiglia Crain e dei loro genitori, non solo nei rapporti con la presunta casa stregata ma anche in quelli con loro fantasmi interiori. Ciò che resta volutamente fumoso in un'opera galattica come Hill House , è  infatti che da un lato questi fantasmi, queste entità,  sono visibili, plastiche, concrete a volte quasi plateali nelle loro apparizioni, ma al contempo sono anche rappresentazioni ideali dei disagi interni dei protagonisti (fantasmi interiori appunto). 


  


A differenza di quello che capita in tanti altri horror psicologici di questo tipo (uno su tutti il capolavoro The Others) gli spettri non risultano in penombra o solo accennati ma sono li, in tutto il loro lucido orrore. E questa fisicità, che in altre ghost stories rappresenta motivo di demerito per tutta la pellicola, qui invece funziona alla grande fino alla fine. Fantastico!
Hill House riesce a dare vita ad un bestiario spettrale vario e davvero convincente pur dando ad ognuna di queste creature una profondità tale ed un collegamento così forte con i martoriati personaggi che penso sia stato naturale , per uno come King, sbilanciarsi in questo modo e 'gridare al capolavoro'.
Dal punto di vista della recitazione e della sceneggiatura ho trovato tutto veramente fantastico e riuscito e non ho veramente molto altro da aggiungere. 
Se proprio dovessi trovargli un difetto direi che, per quanto riguarda il finale (che non spoilero tranquilli) si poteva spingere un tantino di più sull'acceleratore. Non che deluda perchè di fatto tutto torna perfettamente, ma forse rimane un filo sottotono se paragonato ai punti più alti della serie.


La fotografia, lo dico da fotografo, è semplicemente spaziale. 
Se la gioca tra colori vividi (per il passato) e slavati (per il presente) e mischia luce e ombra in maniera davvero impressionante per l'occhio dello spettatore.
Più in generale trovo che tutta l'estetica horrorifica di Flanagan (già intravista in Ouja) , così concreta ma al contempo così sognante e introspettiva, sia davvero attraente. 
Questo mix visivo e psicologico così ben dosato mi ha letteralmente rapito , incollandomi per dieci lunghi episodi alla poltrona, una piacevole sensazione che sempre che mi capita sempre più raramente e che solo il grande cinema è in grado di regalare.
Hill House riesce a sfruttare continuamente clichè classici del genere per stupirti, facendolo in modo orginale, funzionale e sopratutto personale. 
Ricorre continuamente all'impatto visivo ma lo fa' in modo molto sottile,  al fine di tessere nel sottotesto narrativo una tela psicologica molto più sofisticata di quel che sembri in superficie, tela di cui all'inizio a malapena ci si accorge ma che in pochi episodi ti ha già legato e impacchettato senza via d'uscita. 
Bentornato Horror con la H maiuscola! Bentornato Mike Flanagan! 


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Curiosità: I fantasmi nascosti di Hill House


Non so se vi sono sfuggiti, ma lungo i 10 episodi di questa serie TV Horror sono presenti un sacco di  fantasmi nascosti all'interno delle inquadrature. 
Queste vere e proprie inquietanti easter egg sembrano  sottolineare ulteriormente quanto curato sia stato questo progetto in tutti i suoi più minimi particolari




Distribuzione e merchandise: 

La serie TV Hill House è disponibile in Streaming digitale su Netflix. Non è disponibile, al momento in cui scrivo, alcun cofanetto da collezionista. 
Per quanto riguarda la colonna sonora la soundtrack di Hill House è disponibile su Amazon  

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