Kadaver - recensione horror su Netflix

 recensione kadaver horror su netflix

Sicuramente parliamo di un film da guardare , se non altro per il valore che porta a livello visivo.

Parliamo di un film la cui estetica è caratterizzata per tutta la sua durata da tinte altamente deprimenti e decadenti. Un film horror a sfondo sociale ambientato in un contesto post apocalittico annichilito e annichilente in cui la carestia è molto poco poeticamente diventato il primo dei problemi dei pochi e sempre disperatamente tristi sopravvissuti.

Un setting che nelle sue ambientazioni in esterno che non può non ricordare l'asfissiante disperazione di un The Road (uno dei film che mi hanno depresso di più proprio per la sua ambientazione)

Questo è quanto accade almeno nelle fasi iniziali , ovvero prima che la famigliola protagonista degli eventi non decida di recarsi ad un improbabile spettacolo teatrale all'interno di un enorme e inquietante albergo. Spettacolo che promette anche una cena inclusa , fattore che in un mondo che viaggia letteralmente con le pezze al culo croniche con tanto di ripetute scene di gente morente accasciata agli angoli delle strade  è già sinonimo di grande successo a prescindere dalla sua valenza artistica.

Le atmosfere degli interni secondo me sono ancora meglio di quelle esterne. Rendono ancora meglio quell'atmosfera di decadenza e in più hanno una estetica che sinceramente mi ha ricordato in più riprese quelle già viste in campo videoludico con quel capolavoro che è BioShock . 

recensione kadaver horror netflix

Il rimando visivo a Bioshock l'ho avuto sin dal primo ingresso nell'enorme albergo dove si mette in scena lo spettacolo, sia  per lo stile vintage e a tratti art decò dell'edificio, sia per le maschere che gli ospiti sono invitati  a portare e che nel contesto mi hanno ricordato proprio quelle indossate anche dai i folli ricombinanti della già citata opera videoludica, che nel gioco erano guidati come  dei drogati in astinenza di una sostanza che li modificava geneticamente e fisicamente. Qui molto più banalmente ma anche più realisticamente invece a guidare le azioni di tutti è la chiara, semplice , istintiva e primordiale fame, ovvero l'istinto di sopravvivenza. 

A livello emotivo il film mi ha elargito una grande ansia in fondo allo stomaco , una sensazione restringente e asfissiante,  ma  non dovuta alla suspance di sapere che cosa realmente stesse succedendo a livello di trama , perché sfortunatamente quello  lo si può immaginare e indovinare da molto prima che i personaggi entrino nell'abergo-teatro.

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La vera fonte dell'ansia , che si fa strada nello spettatore come un impercettibile ma fastidioso white noise continuo,  per me (che sono anche genitore) è stata  quella di vedere una bambina innocente ( chiamata forse non a caso Alice) ancora capace di fantasticare come tutti i bambini calata  in  un mondo  in rovina e solo  a causa della stupidità umana (l'aftermath  inscenato è infatti di natura nucleare e non naturale). E insomma, forse sono pare da genitore ma  sta di fatto che fino a metà circa sono rimasto costantemente angosciato. E questo per me in un horror è un gran buon segno. Perchè un horror per non essere dimenticato ha quasi sempre bisogno di smuovere qualcosa dentro. Se non lo fa, e non lo fanno la maggiorparte degli horror purtroppo, può essere un divertimento di due ore. Ma se lo fa, allora per me un piccolo o grande segno lo lascia. Kadaver in parte centra questo obiettivo.

Dico in parte perchè come già accennavo prima il più grande difetto del film secondo me è la sua prevedibilità a livello di trama, che almeno nel mio caso ha permesso di indovinare il corso molto 'a la Tobe Hopper' degli eventi già dopo pochissimi minuti di film e  senza neanche prima leggere la sinossi in descrizione su Netflix.

Un film che non riesce a bucare fino in fondo in termini di trama insomma , n ma che rimane visivamente forte e che lascia con un grande amaro in bocca. In sintesi: non un capolavoro ma intrigante  per i sensi perché tecnicamente ben fatto e avvolgente nel significato.

Come detto secondo me da recuperare!

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