A Classic Horror Story - recensione film horror italiano su Netflix

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da questa recensione in poi troverete anche un audio con mie considerazioni a braccio sul film trattato:
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A Classic Horror Story è un film horror italiano del 2021 diretto da Roberto De Feo e Paolo Strippoli. Il film è prodotto e distribuito da Netflix.
Se si è italiani direi che questo è un film a suo modo 'importante'. Infatti mi duole ripeterlo ma sul versante del genere horror noi italici in questi ultimi anni (anzi decenni) ci siamo completamente arenati abbandonando quasi totalmente una grande tradizione nostrana che passa da Argento fino a Fulci e non solo, cercando di fatto di produrre sempre più pellicole attinenti a generi più semplici e sopratutto più sicuri di monetizzare. Lisciando quindi il  pelo al pubblico più generalista tramite  drammi più o meno esistenziali o commedie che spesso ci hanno anche fatto poco  ridere. 
Ecco il motivo per cui film come questi , al netto delle loro  imperfezioni, sono come oro -grezzo ma prezioso- in questo momento, e dimostrano che se vogliamo siamo ancora capaci di tirare fuori dei prodotti davvero interessanti sia per noi che per l'estero.
Parliamo infatti di una produzione Netflix e che quindi viene  distribuita in tutti i Paesi in cui è presente la nota piattaforma streaming.
Il film è ambientato in Calabria, e non lo nasconde affatto. Anzi ne fa' un punto di forza! 
Sull'onda di Midsommar ne sfrutta il folklore -e anche gli stereotipi- per fornire allo spettatore una vicenda che tutto sommato ha i suoi bei colpi di scena e non lascia molte domande alla fine della visione (elemento che personalmente apprezzo sempre).
La regia per quanto mi riguarda è ottima, il film scorre bene come ritmo ma soprattutto è veramente bello sul versante artistico. 
E' proprio bello da vedere. Sia come fotografia che come color correction secondo me siamo ad alti livelli.

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Oltre al già citato Midsommar l'altro film che mi ha ricordato parecchio è l'originalissimo Quella Casa Nel Bosco, ma non vi sto qua a spiegare il perché siccome non voglio fare spoiler.
Quindi siamo di fronte a un capolavoro come dicono alcuni?
Secondo me NO perché il film ha anche dei difetti e dei limiti evidenti,  principalmente dovuti ad alcuni attori e al loro modo di recitare piuttosto amatoriale. Spesso alcuni di questi sussurrano o strascicano le frasi e  tecnicamente parlando l'audio delle voci è talmente basso che ho dovuto mettere i sottotitoli (in un film italiano, parlato principalmente in italiano!). 
A livello attoriale ciò che salva davvero  il film è la protagonista interpretata dall'attrice italo americana Matilda Lutz. Bravissima, e che aveva già dimostrato di essere adatta a questi ruoli  nell' americano Revenge mentre il peggiore in assoluto come performance è quella (mi dispiace, non ce l'ho con lui) di Francesco Russo nei panni di Fabrizio. 
Lo hanno anche scritto facendolo parlare troppo rispetto al dovuto e lo trovo inadatto per il suo ruolo che è molto importante nell'economia dell'intera vicenda. In più l'attore 'sbarusla' come si dice a Bologna ovvero si trascina un po' le parole rendendo il tutto un po' più  amatoriale, ed è un peccato siccome il film per il resto di amatoriale ha ben poco e anzi so che sta avendo un buon successo di pubblico anche fuori dall'Italia.
Ci sono un sacco di rimandi e citazioni più o meno conclamate ai più classici film del genere. La battuta su La Casa di Sam raimi e sul fatto di trovarsi in una serie di cliché orrorifici è stata detta dall'attore pochi secondi dopo che io,  da appassionato e spettatore,  la rivolgessi pari pari a mia moglie.
Si capisce quindi che i due bravi registi De Feo e Strippoli conoscono la approfonditamente la materia che stanno trattando e che soprattutto sanno metterla in scena in modo credibile con idee di fondo originali. Idee che sono alla base del buon horror e sempre più rare. 
I registi sfruttano tutti i cliché del genere per contestualizzarli e giustificarli in un finale in cui si capisce bene il perché ne siano stati inseriti così tanti ed in cui trova senso compiuto anche il titolo A Classic Horror Story.  
Titolo che non è stato sparato lì a caso anche se a prima vista sia il font che il modo in cui è presentato ricorda furbescamente il più famoso inAmerican Horror story (con cui però vi assicuro non ha niente a che spartire).

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A Classic Horror Story è un film horror italiano fatto bene di quelli che vorremmo vedere più spesso per dare un po' più di lustro ad una nazione,  la nostra,  che in passato ha dato veramente tanto a questo genere e che poi si è fossilizzato su pellicole smielate o commedie senza arte ne parte.
Chioso su tutto con l'ultimo grande elogio riferito alla splendida colonna sonora composta da canzoni italiane (o dette anche canzonette) di musica leggera ma usate con grande, grandissimo  mestiere per fare da contrasto netto a delle scene indiscutibilmente cruente e riuscite. 
Come spot per per le vacanze della regione Calabria farebbe decisamente cagare ma come horror italiano c'è solo da ringraziare i De Feo e Strippoli per aver ridato un po' di dignità ad una nazione che un tempo era leader incontrastata di questo genere.

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