Fear Street - recensione trilogia horror di Netflix

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Ho aspettato un po' prima di recensire questo franchise perché per me appunto ha più senso vederlo come un'unica opera, una sorta di miniserie spalmata su 3 episodi lunghi quanto 3 film.

I film, tutti prodotti e distribuiti da Netflix sono tratti dalle opere dell' autore di Piccoli brividi, che qui si cimenta nel horror dedicato agli adolescenti.

Fear street racconta di due cittadine limitrofe chiamate Sunnydale e Shadyside Ma che però sono molto diverse.

Sunnydale sembra un Eden di belle casine immacolate dove il crimine non esiste mentre shadyside è da sempre teatro di scorribande omicide da parte di numerosi serial killer.

La vicenda si svolge principalmente nel 1994 dove si muovono i personaggi principali che ci porteremo dietro fino alla fine ma per scoprire i segreti di Shadyside i registi hanno optato per portarci anche nel 1978 (in un camping che vuole citare palesemente Crystal lake di venerdì 13) ed in una Shadyside seicentesca, che forse un filo vuole omaggiare opere ben altro rilievo come The Witch (solo a livello estetico).

Perché quindi a Sunnydale stanno sempre tutti bene mentre a Shadyside avvengono questi fatti agghiaccianti a cadenza regolare sui quali negli anni tra i ragazzini si sono create vere e proprie leggende metropolitane o creepypasta che dir si voglia?

Vi lascio il piacere della scoperta.

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La regia direi che di tutto rispetto e anche il ritmo  Ben cadenzato.

Diciamo che tutto in questi Fear Street è mediano in ogni sua parte, senza guizzi né voglia di osare in alcun modo. Sembra che si voglia stare sempre e comunque su binari sicuri e già collaudati di fatto proponendo i soliti cliché di genere con l'unica variante dell'essere spalmati in una divisione temporale. Elemento questo che è si intrigante e anche divertente ma a ben vedere non troppo entusiasmante e comunque non sufficiente, neanche per il target adolescenziale a cui è dedicata la trilogia.

Gli attori sono mediamente decenti tranne forse una delle due protagoniste, già vista come protagonista in Panic, (serie esclusiva di Prime Video a mio parere abbastanza skippabile) che per me è davvero mono-tono.


Tuttavia il vero problema è i personaggi sono tutti scritti molto superficialmente ed  anche le tematiche lgbt che vuole toccare l'opera sono poco approfondite, superficiali, sebbene alla fine della fiera sono fondamentali nella sceneggiatura.

Dal punto di vista dello stile visivo o delle inquadrature e della fotografia non ci si può certo lamentare, tutti e tre i film sono tutto sommato rappresentativi della decade o del periodo storico in cui sono ambientati con l'ausilio per quanto riguarda 1994 e 1978 di una colonna sonora a tema.

Abbiamo rimandi alla cultura pop degli anni 90 alla quale io sono particolarmente affezionato essendo stato adolescente proprio in quell'era , e ne abbiamo altrettanti nella seconda parte 1978 che secondo me è anche la più riuscita delle tre e tante, tantissime citazioni ai classici di genere tra cui già citato venerdì 13 ma anche sicuramente Scream e tanti altri.

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Mi ha sorpreso leggere che in realtà fossero stati progettati per il cinema quando in realtà per me una piattaforma on demand come Netflix esattamente il posto in cui produzioni del genere devono stare.

Insomma: innovazione zero, rimandi tanti. Alcune cose simpatiche ci sono,  come la contrapposizione tra Shadyside e Sunnydale,  ma niente che aggiunga realmente qualcosa al filone degli slasher adolescenziali.

In conclusione sono tre film che possono intrattenere sicuramente con successo il target a cui sono rivolti e che potrebbero piaciucchiare anche ai  più adulti. Sono film da vedere con amici per divertirsi e non pensare più di tanto. 

Detto ciò ti ricordo che il commento audio è diverso dalla recensione che hai appena letto e che se ti è piaciuta la recensione e vuoi essere aggiornato quando ne pubblico una (non ho una pubblicazione regolare) ti lascio il link alla pagina facebook del blogGrazie per la lettura!

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