Togliamo dal discorso i bambini troppo piccoli, prendiamo ad esempio il me di 8\9 anni.
Bologna, ultima cinquina degli '80
Uno dei ricordi più vividi che ho di mio padre è questo:
io e lui ogni sabato pomeriggio alla mitica videoteca 'La Coia Dal Desc' in Piazza della Pace. Una delle più fornite in zona.
Avevo scoperto l'horror da poco del tutto casualmente tramite Dylan Dog (che lessi tramite un inserto a colori su Lo Stadio sempre di mio padre e che divenne un compagno di letture fino all'età adulta).
Quando arrivavo li dentro mi precipitavo tra "gli schedari" degli horror (si usava tirare fuori la copertina del VHS e spiattellarla su un foglio rigido trasparente per leggere la trama e guardare la locandina).
Ogni venerdì affittavamo 2 film ed erano quasi sempre horror.
A mia madre davano fastidio ma a noi piacevano .
Il vero appassionato ero io ma a mio padre divertivano, probabilmente li abbiamo affittati quasi tutti negli anni, sabato dopo sabato li guardavamo tutti insieme e mio padre non faceva altro che rassicurarsi ogni volta che io capissi una cosa basilare che forse i genitori che vogliono bloccare la violenza nei film non capiscono neanche loro e quindi non la possono insegnare:
la finzione è finzione , la realtà è la realtà
La violenza (finta) può essere divertente o angosciante, significativa o gratuita ma resta finta ed è un mezzo di comunicazione artistico dalla notte dei tempi.
Ciò che un bambino dovrebbe capire, tramite l'insegnamento di questi concetti da parte di un genitore sano di mente e senza dogmi di sorta è che è la violenza vera, fisica o psicologica, da condannare, in qualsiasi contesto non ciò che si vede a schermo.
Ciò che si vede a schermo rimane nello schermo.
la brutale e iconica scena della morte di un giovanissimo Johnny Depp in A Nightmare on Elm Street, visto all'età di 8 anni |
A volte è proprio la violenza l'ingrediente che rende intrigante una pellicola, che spinge ad andare avanti per la curiosa e morbosamente squisita voglia di 'vedere come va a finire'.
Fanculo le commedie romantiche del cazzo, noiose e soporifere, trite e ritrite sempre con gli stessi canovacci e esiti.
E si i cartoni sono molto belli ma ad un certo punto un bambino ricerca 'il brivido' il 'vietato' , l'insolito.
Alle elementari ho cominciato a guardare i film di Sam Raimi , Wes Craven e George Romero in barba al vm14.
Adoravo e adoro l'horror, ho un sito dove scrivo recensioni di film di quel genere dal 2006 e non ho mai avuto problemi a distinguere il bene dal male e la realtà della fantasia.
Odio con tutto me stesso la violenza (vera) , tant'è che l'ultimo film che mi ha traumatizzato per davvero è stato "Diaz" questa estate in occasione della ricorrenza del G8, e lo ha fatto perché sapevo che quello che era messo a video era successo davvero.
La violenza la amo nei film , nei videogiochi e anche nella musica.
Questo Perché fin da piccolo mi hanno insegnato tenere ben distinti i due mondi.
Lasciate che ve lo ricordi: I nostri bambini non sono degli idioti, anzi quelli spesso siamo noi che li vogliamo tenere chiusi in una campana di vetro come se il mondo reale prima o poi non scalfisse anche loro.
Come gran parte degli adulti sono anche loro attirati dalla violenza perché guarda un pò sono esseri umani, e la violenza esercita da sempre un innegabile attrazione/repulsione sulla la nostra specie .
Rinnegare questo , bloccarne i suoi esiti e sfoghi artistici è futile e dannoso per tutti.
Metabolizzare, comprendere, affrontare e infine goderne è la chiave secondo me.
Forse io ero meno impressionabile di altri, ma di base le cose basta spiegargliele ai bambini , come faceva mio padre, in modo semplice e sincero e con insistenza: ciò che è finzione è finzione e al servizio di divertimento e dell'intrattenimento.
Fine .
Nessuno diventa serial killer per aver guardato Squid Game.
Nessuno compie il massacro di Columbine perché giocava Doom , nessun bambino diventerà violento o bullo guardandosi un horror se ci sarà un adulto a dirgli: "lo sai che è tutto finto vero?".
E Squid Game non lo potrà mai capire a pieno un bambino, lo vedrà come io vedevo gli horror una volta: come delle giostre di paura, di emozioni.
Solo da adulto ho potuto capire la critica sociale dietro al cinema di Romero, la bravura di Carpenter alla regia, il genio di Wes Craven nel campo degli slasher, ma da bambino per me la violenza nei film era una giostra , una freakhouse da luna park, niente di più niente di meno.
la famosa scena di Evil Dead in cui Ash Williams si amputa una mano con una motosega , vista all'età di 8 anni |
I primi brividi , la prima repulsione per le scene estremamente crude in cui Ash si cavava via una mano con una motosega , le prime volte che andavo a letto impaurito perché anche se sapevo che era tutto finto dopo aver visto un film in cui un mostro si infila nei sogni e ti uccide nel sonno una luce accesa la lasciavo comunque. E non significava che ero stato traumatizzato a vita ma che quel film funzionava alla grande, che faceva il suo sporco lavoro!
Quei ricordi d'infanzia che ho con mio padre poi sono tra i migliori e più vividi che conservo tutt'ora di lui , sono scolpite nella memoria le prime emozionanti serate a scoprire film che poi sono diventati classici del cinema come Evil Dead, Zombi, Nightmare , Freddy e Halloween.
Io trovo che le nostre non siano state abitudini malate, e che mio padre non fosse degenere.
Mio padre sapeva che i bambini non erano degli idioti ed era abbastanza intelligente da capire che ero abbastanza intelligente da distinguere il vero dal falso.
Tutti quei film 'vietati' (e quindi per un bambino ancora più invitanti) concessomi da mio padre (e concessi anche ai miei amici che in sordina venivano a casa mia a guardarseli) ora mi ricordano un periodo della mia vita felice e libero dai pregiudizi tipici dell'età adulte, ed il legame con una persona che amavo e che alla fine non mi ha portato via certo uno dei mostri o degli assassini dei nostri film.
Insomma: bisognerebbe insegnare i giusti distinguo tra realtà e fantasia ai bambini e non farsela con i film stessi come i peggio bacchettoni o affidarsi ad un sistema di rating per forza di cose standardizzato e quindi spesso scazzato.
Ricordatevi inoltre che una cosa, qualsiasi cosa, più è vietata più è invitante.
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