Last Night in Soho spiegazione e recensione di Ultima Notte a Soho

ultima notte a soho spiegazione

Last Night in Soho, titolato in italiano Ultima Notte a Soho è un film del 2021 scritto e diretto da Edgar Wright e Krysty Wilson-Cairns. 

RECENSIONE AUDIO:

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CHI E' IL REGISTA EDGAR WRIGHT

Quello di Edgar Wright è un nome che mi dice molte cose e credo ne dica altrettante ad ogni appassionato di horror. Il regista inglese è autore infatti di uno dei cult più memorabili di sempre in termini di commedie horror, ovvero Shaun of the Dead (in italiano tradotto pessimamente con La Notte dei Morti Dementi), che era uno zombie movie alla Romero in piena regola ma misto ad elementi da commedia romantica in stile britannico, primo tra tutti Notting Hill. Un connubio geniale sfruttato splendidamente  grazie Allo humor inglese che si distacca sempre da quello americano (che qualche anno dopo ha dato vita a Zombieland ) ma anche alla performance dei grandi Simon Pegg e Nick Frost, che vedremo poi lavorare con Wright anche nei sucessivi due film di quella che è passata alla stodia come Trilogia del Cornetto , ovvero Hot Fuzz e La Fine del Mondo, che erano rispettivamente una commedia poliziesca ed una commedia fantascientifica. Tutte queste pellicole hanno funzionato davvero bene. C'è poi un altro film del 2017, Baby Driver, che personalmente non ho visto ma che da quel che apprendo in rete dovrei recuperare assolutamente. 

In tutti i casi avete capito che Wright non è un regista horror 'puro' ma bensì un regista poliedrico , principalmente di commedie a cui piace sperimentare, inserendo l'elemento comedy all'interno dei generi più disparati, spesso e volentieri riuscendo nell'impresa e ritagliandosi certamente una vastissima schiera di ammiratori, pescati poi dai vari generi. 

Con questo Last Night in Soho vuole fare un ulteriore passo avanti anche a livello stilistico e perciò , tornando all'horror ma di matrice finemente psicologica, si lancia sopratutto nel filone del drammatico, il tutto con una produzione di qualità  e degli attori di vero talento (prima tra tutti l'ormai osannata Anya Taylor Joy). 

E' riuscito a 'bucare' di nuovo? Vediamolo.

ULTIMA NOTTE A SOHO TRAMA

Il film narra le vicende di Eloise, giovanissima teen-ager appassionata di moda e musica anni 60 un pò demodé e 'fuori dal mondo' visto che abita in un remoto paesino sperso tra le campagne inglesi dove vive con la nonna in quanto la madre si capisce subito essere morta dopo aver cercato fortuna in quel di Londra. Cercando di seguire le orme della mamma e di coronare il suo sogno di diventare una fashion designer fa domanda di ammissione per un'accademia di design londinese e viene accettata. La nostra fa quindi i bagagli e ricca di ottimismo si reca nella metropoli inglese, non prima di aver ricevuto avvertimenti dalla nonna su quanto quella grande città possa avere influssi negativi nelle persone 'con le sue capacità'. 

Al suo arrivo scopre subito quanto la sua idealizzazione di una Londra ferma agli anni 60 sia lontana dalla realtà e di quanto a livello di rapporti umani una grande città possa essere spietata con una giovane ragazzina. In men che non si dica scopre di non trovarsi affatto a suo agio tra feste e dormitori universitari , e decide quindi di prendere una stanza in affitto nell'abitazione di una anziana signora. Di li a poco comincerà a 'vivere' in modo onirico la vita dell'altra comprimaria del film ovvero Sadie (interpretata da Anya Taylor Joy), una giovane come lei che a Londra cercava una carriera come cantante.  Perché Eloise comincia a 'vivere' la doppia vita di Sadie? La Londra deli anni 60 era davvero migliore di quella odierna? Qual'é il collegamento tra le due e perché Sadie tormenta Eloise ogni notte?



COSA C'E' DI BUONO E COSA NO

Edgar Wright è certamente un regista di grande talento. Lo ha già dimostrato più volte e cimentandosi in più 'umori' cinematografici nel passato e anche qui lo conferma con anche qualche step evolutivo avanti nel suo stile. 

La messa in scena è elegante, è fine come le protagoniste, i colori sono superbi e lo stile è molto british ma anche molto Argentiano se per argentiano intendiamo Suspiria o il più recente The Neon Demon. 

Belle inquadrature e più in generale una finezza di fondo davvero piacevole per gli occhi e per lo spirito, sia nelle parti più tese sia in quelle più scanzonate.  

Wright usa la musica, quella degli anni 60, come se fosse una protagonista a se stante, usandola per introdurre i numerosi cambi temporali tra i 60's e '20 sapendo restituire un effetto di continuità e di plausibilità non banale da ottenere. 

Sul piano stilistico mi è quindi piaciuto davvero tanto, anzi su questo punto lo considero certamente uno dei migliori se non il migliore e più maturo dell'intera filmografia di Wright. 

Il merito va anche però alla bravura degli attori stessi ed alla loro capacità di interpretare i loro ruoli. A parte la già citata e più volte apprezzata (da The Witch a La Regina degli Scacchi) Anya Taylor Joy va citato anche il bravissimo Matt Smith che interpreta Jack, l'aguzzino di Sadie, in maniera davvero convincente e, introducendo quello che è il problema principale della pellicola, un plauso va fatto anche alla giovanissima protagonista Thomasin McKenzie che fa di tutto per rendere profondo un protagonista purtroppo scritto non benissimo in fase di sceneggiatura.

Ecco. Purtroppo secondo me una nota dolente , molto dolente, è sulla scrittura di alcuni personaggi che risultano per quanto mi riguarda indegnamente piatti e bidimensionali. Questo fattore può essere perdonato se si parla di personaggi secondari (vedi ad esempio il personaggio di John) ma non se si parla di una delle due protagoniste principali ovvero Eloise. Il personaggio affidato alla McKenzie ad un certo punto sembra cedere completamente il passo a quello di Sadie che però a sua volta è contornata da altri personaggi che sembrano veramente macchiettistici e che restituiscono un'idea di maschilismo secondo me parecchio stereotipata e ben lontana da una realtà più complessa. Di base i personaggi maschili che si incontrano negli anni 60 sembrano fatti tutti con lo stampino: agiscono , parlano e persino si vestono in modi praticamente tutti identici e sebbene io sia ampiamente favorevole al messaggio di fondo lanciato da Wright devo ammettere di essere rimasto piuttosto deluso dalla loro piattezza. 

Di fatto il parallelismo è il seguente: Sadie entra nel perverso mondo patriarcale dello showbiz mentre Eloise paga pegno per essere una giovane 'outsider' che si è buttata senza paracadute nel caotico mondo della moda londinese.

Il film sembra quindi  un inno al movimento me-too e parla di vittime che diventano carnefici sfociando a volte in tinte da revenge-movie. Peccato che sia sul versante femminista\lotta al patriarcato c'è molto di meglio sia in versione filmografica che in versione seriale (e qui come non consigliarvi quel grande capolavoro che per me è The Handmaid Tale con la mastodontica Elisabeth Moss) ed anche lato revenge movie ci sia molto altro da vedere prima di questo film.

Non sto demolendo la pellicola, perché come detto è un buon film soprattutto se rimaniamo sulla forma:  stile visivo e fotografia  che come già detto rimandano ad alcuni vecchi classici come Suspiria e nuovi come The Neon Demon ma anche ad inaspettate atmosfere romeriane visto che ci sono scene che , sembra difficile a dirsi leggendo la trama, ricordano stilisticamente molto da vicino La Notte dei Morti Viventi del grandissimo e mai dimenticato George A. Romero.


SPIEGAZIONE E ANALISI DEL FINALE DI ULTIMA NOTTE A SOHO 

_(ATTENZIONE SPOILER)  

Poco prima di partire per Londra ci viene data una fondamentale info dalla nonna di Eloise (ci viene letteralmente buttata in faccia in realtà): persone come lei e la madre hanno in 'dono' il potere di 'vivere' altre vite. 

Questo ci dice che Eloise non è pazza e che quindi Sadie è esistita davvero. Quando nel finale si scopre che la landlord dell'abitazione in cui vive Eloise non è altri che la stessa Sadie che non è morta ma è causa della morte di tutti suoi carnefici, e che Eloise in realtà è tormentata per la voglia di 'giustizia' delle vittime... tutto di fatto torna. Anche se a parer mio lascia comunque un sapore amaro in bocca, perché anche questo finale con la Taylor Joy che fa l'occhiolino a Sadie essendo diventata 'buona' e trasferendole tutta la sua sicumera per aiutarla a diventare una grande stilista è un pò tirata e non mi è piaciuta molto. Forse perché non amo i finali così positivi negli horror, anche se forse ce lo potevamo aspettare siccome  Wright è di fatto  specializzato in commedie.

Resta però solo accennata la storia della madre di Eloise , che è un fantasma anche a livello di trama e restano delle macchiette tutti i ' bastardi' approfittatori di Sadie trasformati in improbabili vittime e anche la figura del filarino di Eloise, John, che sembra più un aiutante passivo di Eloise che un essere umano con un suo background e una sua personalità. Effetti 'marionetta' dovuti a buchi nella sceneggiatura che sono il vero grande difetto del film.


CONCLUSIONI E CONSIDERAZIONI PERSONALI

Ultima Notte a Soho è un film di ottima fattura ma che forse ha mire troppo profonde e introspettive per quello che in realtà da allo spettatore. Wright non riesce a scavare realmente in profondità dei suoi personaggi, se non forse con l'eccezione di quello di Sadie, e quindi lascia degli spunti di discussione totalmente o parzialmente inespressi che lasciano un po' di amaro in bocca vista la splendida regia , l'ottima  messa in scena e la lodabile performance attoriale di tutti i presenti. E' per Wright un passettino oltre il suo seminato, un gradino in più verso una maturità che spero , visto il talento che certamente ha, lo porti in futuro a produrre qualcosa di più incisivo. Intanto consiglio a tutti la visione del film perché in un mare di porcherie un film che ha un grande stile visivo come questo è comunque oro.

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