The Stylist 2020 recensione spiegazione film horror di Jill Gevargizian (con spoiler)

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NB: la recensione contiene spoiler

The Stylist è un film horror dalle tinte drammatiche del 2020 scritto e diretto da Jill Gevargizian. 

The Stylist è la storia di una parrucchiera (hair-stylist). E già qui qualcuno potrebbe prenderla sul ridere. In realtà però il film ha forti tinte drammatiche ed introspettive, anche se purtroppo piene di buchi di trama dovuti ad una scrittura non troppo esaltante. 

Andiamo per ordine: 

Claire lavora in un hair-saloon di Kansas city. Vista da fuori è una bella ragazza ed una grande professionista, ma dentro nasconde un mostro. 

The Stylist infatti è la storia di una serial killer che nei ritagli di tempo fa lo scalpo alle sue vittime, usando poi il cuoio capelluto comprensivo di pelle come parrucca che conserva maniacalmente in cantina ed a cui ricorre nei momenti di crisi.

Olivia, un'amica di Claire in odor di matrimonio della quale è pesantemente invaghita  insisterà per averla come acconciatrice, a tal punto che Claire accetterà dando però inizio ad una reazione a catena che porterà ad esiti nefasti.

A differenza dei suoi colleghi psicopatici maschi che di solito si vedono in film come questo  la nostra hair-stylist è decisamente più tormentata a livello interiore, tanto che usa questi oggetti organici prelevati dalle vittime  direi come feticci e non semplicemente come trofei fini a se stessi. Sono veri e propri strumenti terapeutici, da indossare per appropriarsi simbolicamente delle vite altrui quando la propria diventa insostenibile. 

Claire è orfana, sola e completamente in balia della sua grave malattia mentale. Quel che succederà poi con l'avvento del matrimonio di Olivia sarà a conti fatti solo la goccia che farà traboccare un vaso già ricolmo di sangue e dolore da ben prima che il film ci facesse entrare nella sua vita.

Più che di una psicopatia propriamente detta infatti, caratterizzata da una totale assenza di emozioni ed empatia verso il prossimo, parliamo qui di una sorta di sociopatia spinta all'eccesso,  in cui le emozioni si susseguono con una amplificazione non convenzionale e  mangiano letteralmente dall'interno la protagonista, che, solinga, trova sfogo emotivo in queste pratiche macabre e offensive verso il prossimo. 

Claire interpreta in modo totalmente esagerato gli atteggiamenti che il prossimo ha verso di lei vivendo scambi di battute insignificanti sia come drammi senza fine che come dichiarazioni d'amore e di stima mai avvenute, e sarà quindi interessante per lo spettatore seguire il baratro in cui Claire gradualmente in un crescendo  cadrà fino ad un epilogo molto horror e che saprà anche un po' di teatrale.

Partendo da questa idea di fondo i presupposti per un film interessante c'erano tutti, ed anche la regia per quel che mi riguarda risulta elegante e di buon livello, così come fantastica è l'interpretazione di Najarra Townsend che da vita ad un personaggio esteticamente affascinante (è senz'altro una bella donna e tra l'altro la migliore acconciatura del film è ironicamente la sua) quanto tormentato e totalmente in balia di una sociopatia più che psicopatia spinta all'eccesso dovuta ad un estremo e morboso rapporto con gli altri esseri umani. Rapporto di fatto spesso neanche esistente ma cruciale nella sua tormentata testa.


Il punto debole del tutto però , come già accennato,  è purtroppo da ricercare in una scrittura a mio avviso poco coerente con se stessa, Claire a volte sembra ossessionata dal giudizio che gli altri hanno di lei e sembra che agisca scegliendo le vittime di conseguenza, altre invece si ritrova a 'farsela' con persone che invece con lei hanno sempre avuto un atteggiamento inequivocabilmente positivo e neutrale (vedi la barista alla caffetteria per chi ha già visto il film). 

In più da un lato c'è una grande attenzione per l'introspezione, per farci vedere il mondo attraverso gli occhi del killer, ma non c'è mai un reale approfondimento su ciò che ha portato Claire a diventare l'assassina seriale che a tutti gli effetti è.

Rimane tuttavia un film più che guardabile, con una buona dose di violenza visiva mai esagerata ma direi giusta, interpretato molto bene, con un finale che sa un po' (almeno esteticamente) di granguinolesco o azzardandomi un minimo anche a la Carrie - Lo Sguardo di Satana e che sebbene risulti un filo troncato per la mancanza di spiegoni fatti bene è comunque apprezzabile dagli appassionati da chi nell'horror non ricerca solo il jumpscare (qui assente) ma anche un po' di intimità con i protagonisti e le loro angosce che qui ci vengono trasmesse piuttosto efficacemente.

La recensione termina qui. Se ti è piaciuta e vuoi essere aggiornata\o quando ne pubblico una (non ho una pubblicazione regolare) ti lascio il link alla pagina facebook del blog.
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Intanto ti ringrazio per la lettura\ascolto e ci leggiamo\sentiamo alla prossima!

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