Malnazidos - Nella Valle della NOIA (recensione Nella Valle della Morte)

malnazidos nella valle della morte recensione

Ok, questa cosa degli zombie-movie ci sta sfuggendo di mano. Lo dico da appassionato di lunga data di quello che è diventato negli ultimi anni (per non dire decenni) uno dei più inflazionati sottogeneri dell'horror. 

Raga, gli zombi li abbiamo visti in tutte le salse possibili ed immaginabili ormai. Anche alla luce dell'accoglienza forse anche troppo cattiva che sta avendo Resident Evil: La Serie (sempre su Netflix) qui lo dico e qui lo nego: siccome siamo assuefatti, siccome ne abbiamo fatto una cospicua overdose e siccome li amo consiglierei ai cineasti di contare sempre fino a dieci prima di produrne qualche altra variante, perché lo zombi è un po' come il prezzemolo per il genere horror, però dopo trent'anni di prezzemolo, per quando sia un'ottima spezia, anche quello rompe il cazzo!

Gli zombie nazisti, come quelli di questo film, anche se in salsa franchista durante la guerra civile spagnola, li avevamo già visti (do you remember Dead Snow?) e diciamocelo li avevamo anche visti meglio che qui. 

Malnazidos vuol dire "bastardi", una parola che se unita al contesto storico richiama il capolavoro di Tarantino. E invece no.

Il titolo internazionale è Valley of the Dead, che invece richiama il maestro Romero. E invece no. 

Il regista si chiama De Toro, un nome che richiama Del Toro. E invece no. 

Nella Valle della Morte (titolo italiano) è un film mediocre in tutto, dalla scrittura traballante alla messa in scena poco convincente ,passando per una recitazione che soap opera scansatevi proprio. 




Tecnicamente è una pippa insomma, ma non solo:  anche sul piano emozionale è praticamente nullo, non riesce a suscitare un sentimento , un'emozione che sia  una dall'inizio alla fine, se non al contrario: ovvero quando vorrebbe far ridere fa piangere, quando vorrebbe fare il drama fa ridere, quando vuol calarsi nel periodo storico sembra farlo col piglio di una fiction televisiva italiana anni 90 di merda, e quando vorrebbe shockare semplicemente risulta grottescamente trito e ritrito. 

Una banalità dietro l'altra che mi ha fatto letteralmente addormentare (visto in due tranche) sebbene duri appena un'ora e ventisette (ed è già troppo).

Potrei parlare della trama, dovrei a dire il vero. Della solita improbabile arma biochimica segreta nazista e della combriccola di improbabili sfigati che riescono a scongiurarla, che questi sfigati sono di entrambi gli schieramenti e che questo unico elemento che potrebbe essere interessante da sviluppare viene invece immerso in una sequela di clichet' che era meglio recuperarsi le vecchie puntate di Don Matteo su RaiPlay.

Potrei farlo se solo il pensiero non mi annoiasse e se volessi farvi perdere più tempo del necessario per convincervi a passare oltre. 

Dovrei descrivervi tutti quei personaggi macchietta messi in fila all'altro, completamente bidimensionali, sciatti, a cui hanno dedicato un approfondimento di una decina di minuti a metà film che come tutto il resto è fatto coi piedi. 

Dovrei parlarvi del regista De Toro, e lo farei se fosse Benicio e non Alberto, dovrei parlarvi dell'ennesimo filmetto riempitivo 'a la Netflix' che raramente se ne esce con delle perle inaudite come Hill House o Midnight Mass ma spesso e volentieri (soprattutto nei lungometraggi) passa delle robe come questa, di un sintetico ed un inutile fuori misura.


Te la butto li (l'offerta Midnight Factory)


Dovrei anche dirvi per dovere di cronaca che il film è ispirato da un romanzo chiamato Noche de difuntos del 38, libro che dopo aver visto il film non ho certo voglia di leggere.

Dovrei, dovrei, dovrei... l'ho già fatto in verità ed ora l'unica cosa che è rimasta da dire è che questa recensione termina così: breve ed incolore, esattamente come il film che l'ha ispirata -si fa per dire-. 

Non lo definirei neanche un b-movie perché molti b-movie hanno una loro dignità ed un certo stile, questo è proprio un film brutto, con tanto di titoli di coda con primi piani cringissimi dei personaggi. 

La recensione termina qui. Se ti è piaciuta e vuoi essere aggiornata\o quando ne pubblico una (non ho una pubblicazione regolare) ti lascio il link alla pagina facebook del blog.

Per quanto riguarda invece il podcast, è disponibile sia su Spreaker che su Spotify.
Intanto ti ringrazio per la lettura\ascolto e ci leggiamo\sentiamo alla prossima!

Sapevi inoltre che tramite una VPN come questa oltre a non essere tracciato puoi anche accedere ai cataloghi esteri di Netflix, Prime Video e altri? Provare per credere!


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