Il Sanatorio di Sarah Pearse - recensione

"sembra Shining ma non è \ serve a darti l'alle-gria!"

Ho letto questo libro a giugno e forse anche per questo ho amato le sue atmosfere gelide e a tratti splendide, ovvero quelle delle Alpi svizzere, così luminose  e così minacciose al tempo stesso. 

Ho alloggiato spesso in alberghi del genere , in luoghi non troppo diversi da quelli descritti,  perciò l'immaginazione ha viaggiato bene sin da subito. 
Ho comprato il libro praticamente a caso (come mio solito) senza conoscerne l'autrice e guidato solo dall'istinto. 
Il teatro delle vicende è un albergo super lusso come se ne trovano tanti sulle nostre Dolomiti , ma a differenza degli altri porta con sé un triste passato, quello di essere stato un sanatorio per malati di tubercolosi con una storia torbida tutta da scoprire.

 
Il sanatorio,  descritto nei minimi  dettagli nelle sua nuova  lussureggiante veste,  è senza dubbio uno dei personaggi della storia,  e come tutto in questo libro si disvela (o disgela) a piccoli passi, togliendo il velo di maquillage di cui è stato investito per scoprirne gli orribili segreti. 
A livello umano invece seguiamo le vicende dell'agente Elin che si sposta dall'Inghilterra alla Svizzera con il suo compagno in occasione  della festa di fidanzamento di suo fratello Isaac con la sua vecchia amica d'infanzia Laurie, dipendente dell'hotel. Elin è un  personaggio tormentato, fragile e forte al tempo stesso, vessato da attacchi di panico e anche in caduta libera dal punto di vista della carriera:  caregiver per anni di sua madre , deceduta da poco , attualmente è infatti  in aspettativa dopo un caso per usare un eufemismo difficile  e che si porta dietro una grave vicenda familiare irrisolta circa le vicende che portarono alla morte accidentale  del fratello minore Sam in tenera età ,  evento che  l'ha segnata psicologicamente per tutta la vita, di cui Elin  incolpa l'egoistico e apparentemente anche un po' sadico e opportunista fratello Isaac. 
In questo contesto intimamente fragile accade il fattaccio: Durante il soggiorno infatti  una tempesta di proporzioni bibliche si abbatterà su tutta la  vallata lasciando ospiti e personale  impossibilitati ad evacuare l'albergo , rimanendo isolati da tutto e tutti, salvo per le telecomunicazioni con la polizia svizzera , con cui Elin collaborerà attivamente in quanto   cominceranno ad accadere strane sparizioni ,  apparentemente inspiegabili e senza alibi, ad opera di un minaccioso  individuo con indosso una maschera antigas. La struttura della narrazione  gioca su più piani: la famiglia di Elin ed un passato scomodo che viene sempre più a galla, I dialoghi e rapporti tra gli altri protagonisti ovvero i proprietari (personaggi chiave ) e i lavoratori dell'albergo che sostengono le fasi più investigative e poliziesche  dell'opera, Ed una parte più 'marcia' incentrata al thriller tramite il ritrovamento di vittime e la descrizione del loro stato ed il terribile passato dell'edificio. 


Un libro avvincente ma che viene erroneamente accostato a Shining sin dai risvolti di copertina e dalle citazioni prese dalle recensioni di vari quotidiani , quando di Shining di base ha solo qualche assonanza estetica: l'albergo  di lusso sperso tra le montagne che rimane isolato per una bufera può certamente portare all'Overlook di King ma In realtà Il Sanatorio è un giallo-thriller con elementi polizieschi che a differenza di Shining non prova neanche per un minuto a buttarsi sul sovrannaturale. 
C'è anche una certa dose di piacevole ricerca  introspettiva tramite i flashback di Elin atti a portare a galla i fatti avvenuti tra lei e i suoi fratelli al momento della scomparsa del piccolo Sam. 
Non mancano  sangue e momenti di alta tensione ma non sono mai troppi, e rispetto a Shining è decisamente un opera più razionale. 
La scrittura invece è incredibilmente scorrevole , Sarah Pearse sa esattamente quando conviene  soffermarsi sui dettagli , volendo evocare qualcosa di emotivo nel lettore , e quando invece è il momento di incalzarlo con i dinamici dialoghi per non perdere il ritmo. 
Un libro che scorre dall'inizio alla fine , quando forse rallenta un minimo e finisce in bellezza , giusto un  poco prima di diventare ridondante. 
Equilibrato insomma, lettura insomma decisamente  piacevole e come detto  di grande atmosfera. Ha l'unico  difetto di essere stato accostato a Shining per ragioni probabilmente di marketing editoriale con trafiletti che tra l'altro promettevano plot twist inimmaginabili che secondo me poi  non lo erano. 
Sarebbe stato meglio se avessero evitato di dare al lettore  aspettative diverse da quelle che poi il libro ha da offrire. 
Fortunatamente nel mio caso non sono state le false promesse a farmi leggere il libro (se voglio leggermi Shining rileggo King o ancora meglio mi guardo Kubrick) ma la curiosità data dall'ambientazione di tipo montano ,  che trovo sempre affascinante.

La recensione termina qui. Se ti è piaciuta e vuoi essere aggiornata\o quando ne pubblico una (non ho una pubblicazione regolare) ti lascio il link alla pagina facebook del blog.

Per quanto riguarda invece il podcast, è disponibile sia su Spreaker che su Spotify.
Intanto ti ringrazio per la lettura\ascolto e ci leggiamo\sentiamo alla prossima!

Commenti