Passa ai contenuti principali
Gli Stati Uniti di cui non ho mai parlato
Stati Uniti: un paese che ho visitato due volte girando in lungo e in largo sulle coste Est e Ovest.
Un paese ammirabile per certe cose: per il suo patrimonio piu grande, quello dei parchi naturali, conservati splendidamente.
Quello delle grandi opere architettoniche, ponti e grattacieli, quello dei suoi simboli, primo tra tutti la Libertà.
Quello dei grandi viaggi on the road da costa a costa, sulla mitica
route 66, da Boston a Key West (il mio) , quello dell'avanguardia
tecnologica, delle nuove soluzioni informatiche , quello dello
spettacolo tra parchi cinematografici impensabili, tra città pazze e
uniche come Las Vegas, il paese del melting pot tra razze, il paese di
time square il vero centro del mondo occidentale e non. Il paese di
Hemingway, il paese di Mark Twain, il paese di Michael Moore, il paese
della più grande arte visiva del novecento (il Cinema). Il paese
dell'inglese più grezzo, del "hey guys", dell'apparente eliminazione del
"lei". Il paese della cultura Hippie, della beat generation, del
blues, del jazz lungo tutto il missisippi, del rockn roll di Memphis,
del thrash metal della San Francisco Bay Area, il migliore del mondo (mi
scusino i fan dei teutonici). Il paese dei diritti agli omosessuali,
dei servizi pubblici che funzionano, degli immensi spazi, delle
rivalorizzazioni urbane (vedi ed esempio al High Line di NY) dei cieli
aperti e delle grandi e dritte highways gratuite che per forza di cose
sognare e donano un senso di profonda libertà al viaggiatore mentre
sfrecciano assieme a loro auto enormi dalle targhe più astruse e pesanti
Harley che tagliano deserti incastonati in vallate indimenticabili come
quella della Monument.
La mia generazione con gli Stati Uniti c'è
cresciuta, volente o nolente, e quando va a New York per la prima volta
ha come l'impressione di esserci già stato. Io ho avuto come
l'impressione di averci vissuto, tutto era familiare sin dai primi
momenti al di fuori del JFK.
Il paese delle grandi
contraddizioni: la lotta contro il fumo edall'altra la cultura suicida di un' alimentazione dettata dalle centinaia di catene di fast food,
figlie di politiche industriali assassine e senza nessuna etica su base
capitalistica e senza nessun occhio per gli sprechi (enormemente
superiori ai nostri ). Il paese della libertà di espressione ma anche
della liberta di possedere un'arma.
Il paese dei ghetti, delle gang
che a los angeles sono un vero cancro, delle stratificazioni sociali
incredibilimente marcate, il paese degli homeless a milioni, il paese in
cui se non hai i soldi non hai diritto neanche alle cure mediche di
base. Il paese del carburante a poco prezzo...grazie alle guerre fatte
per il petrolio.
Il paese dell'integrazione razziale, lo stesso che
ha decimato gli indiani d'America, veri proprietari di quella terra e
che ha deportato milioni di persone dall'Africa per ridurle in
schiavitù.
Il paese degli Alleati nella seconda guerra mondiale,
ma anche Il paese delle guerre sante in nome di pace e libertà e della
bomba nucleare.
Il paese delle guerre inventate, delle guerre pianificate a tavolino.
Le guerre giuste, le guerre sante, le guerre di pace...Le guerre non
sono mai state ne giuste, ne sante ne tantomeno di pace..Non ci sono le
"giuste cause"La guerra è morte, ignoranza e Dio Denaro.
La guerra è merda. Le giustificazioni sono scuse per polli.
Il paese dell'arroganza umana, del capitalismo spinto fini
all'ossessione, del consumismo sregolato e senza remore, del
patriottismo spinto sino al nazionalismo.
Chi ha visitato (come si
deve) gli Stati Uniti ed ha un cuore collegato al cervello in cui
entrambi gli organi funzionano in sincrono non può fare altro che amare e
odiare insieme quel pezzo di Terra allo stesso modo di come si continua
ad amare ed odiare un genitore che ha sbagliato, sta sbagliando e
continuerà a sbagliare.
Commenti
Posta un commento