The isle 2019 recensione spiegazione trama film horror 2018


The Isle è un film horror del 2019 del regista Matthew Butler-Hart. 

Il film, ambientato nel XVIII secolo narra del destino beffardo degli unici tre sopravvissuti di un mercantile inglese affondato in circostanze misteriose al largo delle acque scozzesi.

Il film comincia con l'immagine di una piccola zattera in mezzo ad un nebbioso e misterioso mare con a bordo due marinai è il capitano del fu' mercantile. I nostri tre personaggi sono piuttosto rassegnati all'idea di dover morire in mezzo all'oceano quando miracolosamente uno dei marinai strabuzza occhi per lo stupore e urla la fatidica parola: Terra!

Davanti a loro si staglia infatti l'isola che dà il titolo al film e che ben presto si trasformerà da ancora di salvezza trappola mortale.

Arrivati alla spiaggia vengono ben presto recuperati da uno dei pochi abitanti del luogo.
L'isola è quasi disabitata e viene loro spiegato che sull'intera isola si è battuta negli anni precedenti una terribile carestia che ha decimato la popolazione e che ha spinto molti ad abbandonarla per raggiungere la terraferma scozzese.
Sappiamo quindi che ci troviamo una delle isole periferiche della costa ovest della Scozia ma scopriamo lentamente che non sarà poi così semplice per i nostri protagonisti lasciare l'isola e che la suddetta carestia potrebbe non avere cause del tutto naturali.

Il film sì ispira alle figure mitologiche delle sirene ma assolutamente non quelle di rassicurante disneyana memoria e solo in parte a quelle di origine greca.
Il canto delle sirene viene  qui descritto e messo in scena come foriero di morte e disgrazia (Their song will hunt you recita il sottotitolo del film). 
Siamo di fronte ad una versione ancora più  oscura delle sirene di Ulisse, un mito che affonda a piene mani invece nella tradizione islandese irlandese e scozzese dove queste creature fantastiche erano erano chiamate con il nome di Selkie e secondo alcune leggende il loro canto aveva il potere di scatenare tempeste e, guarda un po' i casi della vita, far naufragare navi.


Il film è rispettivamente diretto e scritto dai coniugi Matthew e Tori butler Hart  i quali riescono a impacchettare il tutto in  una formula che rende l'isola  davvero spettrale e selvaggia al punto giusto.

Questo lo ottengono tramite tramite la messa in scena,  i costumi d'epoca,  la musica e la recitazione tutti elementi presentati ad alti livelli,  che sicuramente permettono a The Isle di contraddistingersi nel calderone spesso dozzinale degli horror di oggi.

La narrazione è lenta ma per una volta funzionale al mood della pellicola stessa e contribuisce a creare un pathos crescente e una tensione che ovviamente raggiunge il suo culmine nel finale.

Il film mischia in modo vincente tradizioni folkloristiche, ghost stories , revenge movie e anche vicende più proprie dei film drammatici che di quelli horror. Tutti questi elementi sono mixati in maniera funzionale per il messaggio del film stesso.



The isle è un viaggio nell'oblio, nell'oscurità e nei tutt'altro che rassicuranti miti di cui è piena la Tradizione nord europea e di cui finalmente sembrano cominciare ad accorgersi anche alcuni illuminati cineasti.

L'isola ha un' atmosfera mistica, quasi metafisica. In alcuni frangenti capace di trasmette un grande senso di desolazione , di diperazione. Questo sia tramite il fatto che sia praticamente disabitata sia tramite il suo essere anche visivamente rude selvaggia e inospitale. Un setting di grande effetto con cui i suoi abitanti si mischiano e confondono in modo perfetto.



Queste atmosfere cupe, questa ambientazione 'storica' e questo mood diciamo leggendario gli hanno valso secondo qualche recensore (poi citato fieramente anche nei poster ufficiali) un paragone con il The Witch di Robert Eggers di cui trovate la mia recensione qui.

Fare dei parallelismi tra The Witch e the  Isle è semplice in effetti anche se pericoloso. Si rischia di mischiare capre e cavoli visto che sono secondo me due film molto diversi e con caratteri entrambi originali e ben delineati ed è quindi un peccato volerli accostare di forza.

Tuttavia è innegabile che su entrambe le pellicole ci sia un unico comune denominatore, ovvero la raffinatezza della loro fattura.

Sono entrambi film molto raffinati,  molto ricercati e probabilmente entrambi frutto di una lunga e accurata ricerca storica e di una un'elaborazione artistica di tutto rispetto.


Personalmente l'ho trovato un ottimo film, forse meno pesante come ritmi del già citato The Witch, sicuramente più basso a livello di budget e forse anche come resa complessiva, in ultima rispetto all'opera di Eggars l'ho trovato anche un po' più scontato. 
Questo a partire da quello che è l'epilogo che si rivela essere senza colpi di scena e semplicemente il culmine che ci si può più o meno aspettare seguendo attentamente il corso degli eventi a schermo.
Non posso però fare a meno che lodare poi l'ottima
l'interpretazione della moglie del regista stesso , ovvero la signora Tori Butler-Hart nei panni di una più che tormentata Lanthe Innis, vittima e personaggio chiave della vicenda per via del suo rapporto con il comandante Oliver Gosling (interpretato da Alex Hassel). 
In conclusione direi: complimenti!
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Complimenti perchè ce ne fossero di più in giro di horror di questa caratura, con questo grado di profondità e con questa ricercatezza visiva (perché anche la fotografia è magnifica).
Forse un film che non fa troppa paura in termini di banali jumpscare ma che come The Witch colpisce lentamente scena dopo scena e carica lo spettatore di  un'inquietudine di fondo che che è un crescendo interminabile e senza sosta  fino al finale, che appunto è un pò scontato ma che nel complesso rimane il naturale corollario ad un'opera che parte e si sviluppa con questi presupposti.
Per tale ragioni ne consiglio senza dubbio la visione a tutti gli appassionati del genere horror e del buon cinema in generale. 

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