The Witcher stagione 2 quando esce + recensione stagione 1


Data di uscita della stagione 2 di The Witcher 

In attesa della seconda stagione, in uscita sui nostri schermi non prima dell'autunno del 2021 
(tenendo conto che le riprese inizieranno a febbraio 2020) vorrei intavolare un discorso più ampio sulla trasposizione in piccolo schermo della saga letteraria-videoludica dedicata a  The Witcher.

The Witcher non è Games of Thrones

E non c'è ragione per cui dovrebbe diventarlo. 
Innanzitutto, anche se chi vi parla non è uno dei tanti orfani di Games of Thrones alla ricerca di un rimpiazzo, e anzi chi scrive è probabilmente uno dei pochissimi la fuori a non aver passato indenne la seconda stagione di GoT per sopraggiunta noia devo per forza citare e fare dei parallelismi con GoT in quanto è inevitabile nel 2019-2020, perché volenti o nolenti è diventato un canone di riferimento per il grande pubblico, ed è (purtroppo) diventato una misura su cui il neofita solitamente non abituato a districarsi in universi fantasy, basa il suo giudizio su tutto ciò che di fantasy avviene dopo il GoTtone (inter)nazionale. 
Ebbene, chiariamolo subito: The Witcher, saga letteraria composta da due libri di racconti singoli (quelli che racconta la prima stagione della serie) più la saga vera e propria del witcher Geralt composta da altri sei romanzi più tre videogiochi storici, non è  mai stato ne aspira ad assomigliare ad un  nuovo Games of Thrones. 

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Questo perché parliamo di opere radicalmente diverse nelle sue basi. Questo tema lo affronterò dopo ma in sostanza posso riassumere così: in GoT si parla quasi solo ed esclusivamente di guerre per il potere e di intrighi tra casate di nobili pieni di soldi, in una sorta di intreccio ricco di politica , doppio gioco , e machiavellici piani alla conquista del famoso trono. Si ok ci sono i draghi, il grande inverno e tutto il resto, si ok è un universo fantasy ed è anche fatto bene e recitato ancora meglio,  però è qualcosa che secondo me si presta molto meglio alla trasposizione seriale\cinematografica traducibile per le masse  di quanto non lo faccia di natura un The witcher. 
GoT inoltre è un'opera letteraria che quando è iniziata la serie non era ancora finita, mentre la saga del Witcher è durata dal 1992 con i primi racconti del suo autore Andrzej Sapkowski al 2015, conclusa del tutto con l'ultima indimenticabile opera videoludica The Witcher 3 : Wild Hunt ad opera dei bravissimi sviluppatori CD Project Red. 
Si può dire che la saga letteraria di GoT si sia di fatto modellata col tempo anche in base al successo della serie, mentre The Witcher al contrario si sia modellata sin da subito su una base letteraria fatta e finita ed in un modo davvero molto aderente alla versione originale dell'autore.
Partendo da questo presupposto posso chiudere la parentesi GoT dicendo che laddove l'opera di Martin ruota tutta intorno alle lotte di potere e gli intrighi in The Witcher si affrontano tutt'altre tematiche (per me più interessanti) come il razzismo, la condizione del diverso, la critica all'essere umano e alla sua natura intrinseca (tanto bravo a dare del mostro a chiunque non sia come lui ma in realtà specie più marcia del marcio della terra, tema sinceramente attuale e molto 'mio' nella mia formazione personale). 
 
 
E' forse per questo che sono un appassionato videogiocatore e ora spettatore di The Witcher e un tiepidissimo spettatore di Games of Thrones: perché di fatto sento le tematiche di The Witcher molto più mie di quanto non sentissi quelle di Games of Thrones. Ma questo ovviamente è un gusto personale.


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Ma com'è la serie?
La prima stagione a me è piaciuta tanto, anzi tantissimo. Lo chiarisco perché non sarò assolutamente leggero in quello che scriverò più avanti. Scusatemi ma  non mi sento di fare il fanboy con il paraocchi (anche perché vedo che in rete ce ne sono già tantissimi a ricoprire questo ruolo).

The Witcher Stagione 1 ha un grosso difetto: è troppo ermetico verso lo spettatore neofita.

Non sto dicendo che un lore così complesso come quello di The Witcher debba essere banalizzato o che tutto debba essere spiegato per filo per segno, ma qui le spiegazioni sono veramente carenti, a volte accennate , a volte proprio non date, e i personaggi parlano sin dalla prima puntata come se gli spettatori già dovessero sapere ogni cosa del Continente, della sua geografia, dei suoi eserciti, della sua magia e della sua derivazione dal caos. 
Questo per me non è un problema grandissimo in quanto avendo giocato e letto ho capito tutto (o quasi perché anche io ho avuto bisogno di qualche refresh) alla prima visione... 
Al contempo però non lo è stato per mia moglie, che invece era completamente a digiuno di tutto, tanto che ogni dieci minuti stoppava (giustamente) la visione per chiedermi di quella o quell'altra cosa. 
Questo è un difetto?
Sni.
Un po no perché i fan saranno felicissimi (io sono felicissimo) della fedeltà verso l'opera originale e di tutta la sua maestosa complessità...Ma un po anche si , perché alla fine quando ti presenti al grande pubblico (e una produzione Netflix di questo genere pur non vantando un budget alla Games of Thrones non si presenta come un prodotto di nicchia ma ha chiaramente altre mire) devi essere intellegibile sin dal primo momento, anche a chi uno strigo non sa neanche cos'è. 
Questo se hai alte aspettative in termini di popolarità s'intende, e senza strafare nell'altro senso ovviamente, ovvero senza ricadere nella banalizzazione dell'opera o nell'omettere particolari importanti.
Stare in bilico tra il rispetto per l'opera originale e la semplicità di fruizione secondo me è stato il vero motivo del successo del già citato  Games of Thrones.  Non tanto la storia in se (che per me è inferiore a quella di Witcher come ho già detto) ma proprio per una questione di accessibilità alle masse. 
Il problema è che qui c'è molto fanservice spesso fine a se stesso  e pochissima attenzione per lo spettatore occasionale, e questo in un prodotto del genere è un malus, o quantomeno un partire col piede sbagliato.
Non dico che si dovesse fare uno spiegone ogni cinque minuti, ne che si dovesse prendere per la manina lo spettatore come se fosse un beota, ma non si può neanche lasciare che sia lui ad andare ogni 5 minuti su The Witcher Wiki a leggere cos'è la congiunzione delle sfere, chi sono le driadi e perché Geralt ha gli occhi gialli e gli altri witcher no. 

A complicare ulteriormente le cose ci sono poi alcune scelte registiche e di sceneggiatura discutibili: ad esempio ho trovato poco appropriato non dare una netta separazione alle tante timeline degli eventi narrati. Non avrebbe guastato una scritta come "3 anni prima" ogni tanto, o quantomeno non avrebbe dato fastidio a nessuno una qualche ruga in più o in meno ai personaggi (salvo per Geralt ovviamente), per far capire che si sta narrando un fatto passato. 


Se a questo ci aggiungiamo una partenza veramente al diesel in termini di ritmo nei primissimi episodi e in crescendo (esponenziale) solo nei seguenti abbiamo già ottenuto l'effetto 'abbandono' dello spettatore occasionale'. 
Capisco che la prima stagione, dovendo riadattare dei libri di racconti e non un romanzo,  ha una struttura di narrazione di tipo verticale (ovvero dove ogni episodio è una storia a se che si apre  e si chiude nei 50 minuti di durata) e capisco anche che la narrazione orizzontale vera e propria (ovvero dove ogni episodio è parte di una narrazione complessa che prosegue fino a fine serie) avverrà con il vero e proprio cominciamento della saga del Witcher spero nella stagione 2... 
Quel che non capisco è perché fare di tutto per rendere la prima stagione (ovvero il tuo biglietto da visita ai milioni di abbonati Netflix più agli altri milioni di spregevoli pirati dei torrent) il meno fruibile possibile per chi si avvicina al mitico Geralt di Rivia per la prima volta. 
Capisco il rispetto per l'autore e per i fan, ma questo è decisamente poco economico per un universo fantasy che avrebbe in se tutte le potenzialità e le caratteristiche per diventare il prossimo grande fenomeno televisivo della nascente decade.
Voi potreste dirmi (in parte a ragione) che uno il witcher se lo deve meritare e che incentivare la tendenza ad assecondare la pigrizia di uno spettatore abituato a vedersi scodellato lo scibile necessario in cinque minuti è un vizio e non un pregio, che è una cosa che toglie profondità e non la dona. Potreste dirmi che non per forza si debba ricercare il grande pubblico pecorone e che il vino buono sta nella botte piccola... Ma io vi risponderei che la serie Netflix NON è una botte piccola.  E' un evento. Una damigiana enorme, con una carica di interesse del pubblico e possibilità di serialità pressoché infinita  seppur non vantando un budget altissimo (critica che faccio invece  a Netflix più che agli showrunner perché da qualche anno butta  milioni per produrre tonnellate di filmacci e serie spesso inguardabili e quando ha una licenza amata come quella di  the witcher non sgancia abbastanza e lascia che ci siano incertezze persino nella CGI).

Ok. Dopo esserci tolti questo sassolino (o direi masso) dalle scarpe e dopo aver sicuramente fatto incazzare svariati fan di vecchia data di Sapkowski, posso cominciare a dire perché The Witcher per me è una gran serie , e sopratutto perché amo questo universo di gran lunga più di quello di Games of Thrones e quello de Il Signore degli Anelli messi assieme. 

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Una storia dalla parte del diverso

Sebbene in The Witcher si assista ad una rincorsa alla potenza della Fonte, ovvero Ciri, per accaparrarsi il suo immenso potere e utilizzarlo ognuno per i propri scopi, la serie non verte solo ed esclusivamente su questo presupposto. Come detto: non è un Games of Thrones. 
I protagonisti principali, oltre alla già citata Ciri ma anche e sopratutto Yennefer e Geralt, sono di fatto dei diversi, dei freak, degli esclusi.  
Freak potentissimi e temuti, ma pur sempre reietti della società, scarti non accettati come 'normali' in un mondo ingiusto e violento.  
Essi si muovono sempre in bilico tra il bene e il male, e la linea che differenzia questi due non è mai troppo marcata. 
Emblematica la citazione non a caso infilata nella prima puntata 

"Il male è male, Stregobor. Minore, maggiore, medio, è sempre lo stesso, le proporzioni sono convenzionali, i limiti cancellati. Non sono un santo eremita, non ho fatto solo del bene in vita mia. Ma, se devo scegliere tra un male e un altro, preferisco non scegliere affatto.“ 

Questo è il concetto che amo, il messaggio di The Witcher, e questo lo discosta molto dalla visione classica del fantasy epico dove invece i buoni e i cattivi sono sempre ben visibili e delineati, praticamente didascalici. 

Geralt sotto sotto è un buono , Yennefer un filo meno, ma entrambi si muovono e cercano di sopravvivere in una società perduta, dove il massimo che si può ottenere è il rispetto e la paura, dove l'imperativo è l'egoismo, la violenza, l'opportunismo... Vi ricorda qualcosa?

A me ricorda il mondo in cui viviamo, mi ricorda l'estremizzazione di sentimenti inumani che vedo in giro continuamente, sopratutto in questi ultimi anni dove il ritorno a sentimenti 'tradizionalisti' o per meglio dire nazionalisti e razzisti è sempre più di moda. 
Per questo amo The Witcher, per questo preferisco gli anti eroi degli sword and sorcery agli eroi della letteratura epic fantasy. Perché sono più verosimili, e più simili a me. 
Sopratutto in The Witcher, che non è un Signore degli Anelli ne un  Dinasty in salsa medioevale come una nota serie TV che ho già citato più volte qui sopra. 

E' una storia avvincente in cui si mischia l'azione, l'orrore, e l'amore di un mondo estremamente corrotto ma in cui c'è spazio anche per i sentimenti, spesso paterni come quello che avremo tra  Geralt e Ciri,e l'odio, spesso di natura razziale come quello verso gli elfi, sotto il giogo di una persecuzione continua che ha decimato un popolo elfico che nei secoli ha subito un vero e proprio genocidio da parte della razza umana,  che però non si è astenuta dall'averli prima sfruttati per apprendere da loro ciò che gli serviva: l'arte di controllare il caos creando la magia.
Come gli umani sfruttano le antiche conoscenze elfiche così sfruttano i witcher a scopi esclusivamente utilitaristici, senza portare alcun reale rispetto, vedendoli come fenomeno da baraccone. 
E in mezzo a questi elementi c'è una grande dose di violenza, tramite le guerre, tramite gli scontri di Geralt con uomini o bestie. Un bestiario incredibilmente vasto (che draghetti spostatevi proprio) con pieghe narrative che a volte svoltano verso un horror di vera qualità. 

Questi sono i motivi per cui amo questa saga e per cui vorrei che questa serie sbocciasse, ma non solo. 
Contro ogni mia aspettativa Henry Cavill è il Geralt perfetto per tutti i fan (sopratutto per quelli del videogioco). Quando lessi la prima volta che era stato scritturato proprio lui storsi il naso in quanto avevo ancora in testa la versione 'supermaniana' di lui. Ma nei panni del Witcher ora non saprei trovare un attore migliore, anche perché parliamo di un appassionato della saga e di un accanito videogiocatore.
Mi è piaciuta molto anche la scelta di come presentare Yennefer, in maniera quasi tenera, quando in Yennefer c'è anche e soprattutto qualcosa di molto poco naive,un lato oscuro e scaltro.
Direi che anche l'attrice di Cirilla può andare abbastanza bene e sopratutto la presenza stemperante di Ranuncolo (o Dandelion se preferite) è secondo me uno dei pochissimi elementi  azzeccati per mantenere viva l'attenzione dello spettatore occasionale dello show. 

Insomma questo è quanto. 
Consiglio senz'altro la serie a tutti, e a chi non ha mai sentito parlare di questa saga consiglio di avere pazienza, di guardarla lo stesso e di informarsi in rete se non capisce qualcosa, perché sono quasi certo che il tutto decollerà nelle prossime stagioni.
Ho vissuto questa stagione per quello che era: una sorta di (troppo) lungo prologo, necessario alla presentazione del mondo e dei personaggi ma che poteva essere tradotto meglio per il pubblico non esperto (che pur esiste e non si può ne si deve ignorare se si vuole emergere). 
Da fan convinto fermamente che nelle vicende del Lupo Bianco ci sia un sacco di potenziale inespresso spero vivamente che la serie decolli nella seconda stagione e che le micce accese più o meno bene  fin qui brucino in fretta ed esplodano in tutto il loro fragore a partire dalla seconda. 
Attendo con ansia ulteriori sviluppi quindi, e che dal bozzolo imperfetto che abbiamo visto nasca una farfalla inequivocabilmente meravigliosa, così come il brand di The Witcher meriterebbe. 


PS. Critica a margine per la localizzazione altresì perfetta: Toss a Coin for Your Witcher secondo me non andava localizzata in italiano

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