Gli Æther Realm (aeter realms) sono un gruppo metal proveniente dalla Carolina Del Nord (USA).
Il loro sound è una commistione tra death metal melodico e folk metal.
Tarot è il loro secondo album in studio , pubblicato nel 2017 per Napalm Records
MINUTAGGIO E STRUTTURA DELL'ALBUM
Tarot è una sorta di 'concept' o quasi incentrato sui tarocchi, ogni brano si intitola infatti come una carta. Vanta inoltre una cover art a mio parere molto accattivante.
Una durata totale di un' ora e 19 di musica che resta sullo standard per quanto riguarda i brani fino alla fine quando con The Sun , The Moon , The Star ti spara invece una suite di ben diciannove minuti manco fosse un disco prog dei '70.
STILE SONORO
Un cantato che ricorda quello di Children of Bodom e Wintersun ( da cui i nostri sono apertamente ispirati) ma che non gli impedisce di differenziarsi.
Se da una parte infatti siamo sulla scia del tradizionale death melodico dall'altra questo viene impreziosito dalle componenti più folk che ricordano a volte sopratutto gli Alestorm, altra loro fonte d'ispirazione (E si sente).
Sul lato strumentale ho trovato rimandi ai già citati Children ma con ampie aperture melodiche e cavalcate che possono ricordare pure il power metal e il symphonic che a volte mi hanno riportato alle sonorità dei vecchi Blind Guardian.
Il tutto spezzato ovviamente in più punti dalle lente aperture folk e dalle fulminanti rotture granitiche tipiche del death.
Una ricetta che funziona e lo fa alla grande.
QUALITA' DELLA PRODUZIONE
La qualità sonora è a mio parere molto alta, il suono è corposo , pulito e avvolgente se si usano delle buone cuffie e un buon dac.
Ogni strumento è livellato al punto giusto e funziona all'unisono con gli altri senza dominanti fuori luogo , restituendo l'idea di un lavoro di produzione ben strutturato , ragionato , equilibrato e di alta qualità.
BRANI DEGNI DI NOTA
The Fool è una strana scelta per una opener, non così immediata quanto ci si aspetterebbe. C'è da dire che subito dopo arriva la title track a mettere le cose in chiaro.
Death invece è stato un pò il biglietto da visita della band che grazie al mio amico Spotify, mi ha incuriosito all'ascolto dell'intero lavoro. E' sicuramente il brano più cathcy e easy listening dell'opera, ma anche uno dei più attrattivi.
The Devil è decisamente la mia preferita. Stupisce per la potenza del lavoro fatto dalla batteria, che picchia veloce e duro come non mai e anche per le aperture melodiche quasi latine che invadono la canzone dopo la metà e che restituiscono grande soddisfazione in chi nella musica cerca anche un certo livello di contaminazione e non solo fedeltà pedissequa ad uno stile. La canzone finisce poi con un lento e pesantissimo (nel senso buono) incedere heavy che ci accompagna ad un outro intervallato da archi , cori e addirittura tastiere che introducono la traccia successiva (che sarà molto più canonica e diretta) chiudendo uno degli episodi più galvanizzanti dell'intero full-lenght.
La velocissima e brevissima The Emperor è forse la più classica dell'album in un ottica di death melodico. Un pezzo veloce e aggressivo con un ritornello ed un refrain subito riconoscibili. Esattamente il pezzo che ti aspetti da un gruppo fortemente ispirato dai Children of Bodom.
Temperance ha il cuore profondo di una ballad oscura, dai toni celtici e gotici, di grandissima atmosfera sul piano emozionale
The Sun , The Moon , The Star è un brano che stupisce fin da subito per la sua lunghezza di ben 19 minuti. Potrebbe risultare indigesto a molti , anche se vedo che è il brano più ascoltato dell'album su spotify. Si accompagna bene alle sonorità già percorse nel resto dell'album, fondendole insieme a formare un sound ricco e interessante.
The Magician , inserita postuma nel reissue, chiude la cerchia in bellezza con una cavalcata classica che più classica non si può , un'aggiunta che ci voleva dopo l'impegnativo ascolto della super traccia di 19 minuti. Qui i nostri ritornano sui binari del genere e ci salutano nel migliore dei modi.
CONCLUSIONI.
Un album equilibrato e ricco di sonorità diverse che donano all'opera un'atmosfera unica ed un caleidoscopio di emozioni diverse. Un disco con i suoi riempitivi, ma che non annoia mai nonostante la scelta 'coraggiosa' di introdurre brani con minutaggi importanti , e in cui si riconosce senz'altro la volontà sia della band che della produzione di portare un prodotto finale di ottima qualità sonora e soprattutto interessante in quanto a varietà della proposta.
Per quanto mi riguarda il loro ingresso in scuderia Napalm Records dopo il debut è stato più che meritato, e Tarot ci permette di raccoglierne i frutti.
Se ti è piaciuta la recensione e vuoi essere aggiornato quando ne pubblico una (recensisco dischi ma soprattutto film horror e non ho una pubblicazione regolare) ti lascio il link alla pagina facebook del blog. ti ringrazio per la lettura!
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