Spontaneous (2020) - recensione e spiegazione film commedia horror

RECENSIONE DI SPONTANEOUS SUL PODCAST

Ascolta "Spontaneous 2020 - Recensione del film commedia horror su Netflix" su Spreaker.

Spontaneous è una teen horror-comedy del 2020 ispirata ad una graphic novel omonima del 2016 e mentre ne parlo lo trovate su Netflix.

Premetto che non ho mai letto la novel che ha ispirato il lungometraggio, ma dico subito che Spontaneous porta con se un'idea per me davvero interessante: persone comuni che mentre svolgono la loro vita altrettanto comune  da un momento all'altro esplodono. Letteralmente,  come palloncini. Una serie di adolescenti 'quitta' dal mondo lasciando nel panico l'intera comunità a cui appartiene: quella di una scuola come tante in un quartiere come tanti nella 'bassa' (passatemi il termine) statunitense. Esplodono così, senza preavviso: spontaneamente appunto,  e senza lesinare nulla sul versante splatter (quest'ultima una decisamente apprezzata componente). 

Un'idea di fondo molto 'shocking', che funziona sin dall'inizio e tiene viva l'attenzione dello spettatore, ma che a mio avviso poteva essere sfruttata brillantemente per far ragionare lo spettatore sulla effettiva  caducità di questa nostra vita. 

Una consapevolezza di questo tipo rispetto all'esistenza, alla nostra infinita debolezza, a quanto siamo davvero dei 'fuscelli al vento' ben lontani dall'esser forti come spesso ci disegniamo o ci crediamo,  a conti fatti manca ai più e quindi  sarebbe anche servita come messaggio sociale 'importante' o quantomeno come spunto di riflessione personale da approfondire bene. 

Peccato che si sia deciso di mandare in vacca tutto questo potenziale sin dall'inizio 'buttandola in caciara' e gettando alle ortiche tutta questa bella introspezione con una black comedy a sfondo romantico dedicata ai teenager. 

Chiariamoci, non ho nulla contro i prodotti fatti su misura per i proverbiali bimbiminkia, e anzi alcune opere dedicate ai teen me le sono sempre guardate con piacere. Metti ad esempio un Sabrina di Netflix, o anche tutto il filone slasher di Scream o il recente Fear Street (qui la mia recensione della trilogia). Anche solo una saga come quella di Harry Potter (andando un attimo fuori dal genere trattato in questo blog \ podcast) presenta sia temi dedicati all'infanzia sia temi dedicati all'adolescenza ma lo riesce a fare in un modo molto interessante e a suo modo profondo.

Non è quindi una critica al pubblico di riferimento scelto ne al fatto di aver utilizzato uno strumento leggero per veicolare il messaggio, ma è proprio il fatto che questo messaggio sia mancato del tutto o sia reso 'cazzaro' che mi ha deluso. 

Mi piace l'idea di seguire una trama basata su una ragazzina piuttosto cinica e disillusa alle prese con le prime cotte importanti,  e della sua intera classe che sta per passare dal local del liceo al più maturo college ma  che da un giorno all'altro comincia a esplodere da sola nei momenti meno attesi della giornata. Così, d'emblée, senza nessun senso. 

Mi piace anche l'idea che ci sia poi una scienza (umana e quindi che non fa miracoli) intenta a porci una pezza fabbricando un farmaco da assumere vita natural durante per evitare di diventare un dipinto d'arte moderna sulle pareti della propria cameretta. 

Non me la prendo neanche se non viene data una reale spiegazione a questi eventi, se cioè a questo espediente narrativo decisamente portante non segue una spiegazione logica (anche se si potrebbe ipotizzare si tratti di una malattia, visto che è coi farmaci che poi la curano, o per meglio dire la tengono a bada).

Quel che mi ha fatto un pò incazzare, si fa per dire, è che il concetto della fragilità della vita e del 'vivere ogni giorno come fosse l'ultimo' , qui viene citato, viene utilizzato, lo si mette in mezzo insomma. Ma lo si fa svuotandolo di significato, banalizzandolo su tutti i fronti al servizio di una risata che sinceramente tarda ad arrivare.

Se non si fosse neanche toccato l'argomento lo avrei apprezzato di più, davvero. Ma siccome si è voluta anche dare una sorta di morale (cosa che non era necessaria in una pellicola cazzara come questa) devo dire che mi ha dato fastidio. E lo ha fatto perché l'argomento è trattato con un fatalismo gretto e terra terra, che permea tutti i dialoghi in cui se ne fa cenno nel film. Dialoghi  che potevano essere trattati e approfonditi ma che si è preferito affrontare  con battute del tipo: "ehi fanculo tanto la vita è una merda, spacchiamoci di brutto finche c'è tempo". 

Un approccio così ignorante per un tema così importante è roba da Zia Pina complottara no-vax su Facebook con la cover a libro che non si vaccina perché 'chissà cosa c'è dentro' ma poi si fuma due stecche di marlboro rosse al giorno.  

Dal punto di vista della scrittura insomma secondo me non ci siamo proprio. Sul piano della regia siamo su livelli decenti e non di più anche se il  ritmo è più che sostenuto, direi cavalcante  e adatto alla platea a cui fa riferimento. Così anche se la cavano bene i giovani attori, abbastanza credibili nei loro ruoli volutamente sopra le righe. Primi tra tutti la protagonista e il comprimario. 

Non tutto è da buttare insomma, ma mi ha lasciato l'amaro in bocca per quella occasione persa di parlare di un tema importante. Cosa spero? Spero che qualcuno raccolga questa idea di fondo, ripeto davvero buona, e che la usi per approfondire di più la tematica della nostra fragilità in quanto esseri umani. Magari anche lasciando il target di riferimento adolescenziale per carità o anche con una certa leggerezza e humor nero di fondo, ma con un pò più di introspezione in più che secondo me non guasta mai.

A conti fatti comunque il film in se si lascia guardare, in parte diverte e sicuramente intrattiene fino alla fine.

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