Scream (2022) recensione



Scream 2022. Ritorna nuovamente l'assassino con l'iconica maschera ispirata a L'Urlo di Edvard Munch. Una maschera memorabile e storica che da sola però non è mai bastata a garantire il successo e l'apprezzamento dei tanti sequel e serie tv partorite dal franchise lanciato dal compianto Wes Craven nell'ormai lontanissimo 1996.

Com'è andata stavolta? Devo dire che mi aspettavo peggio, nel senso che  da decenni siamo abituati a sequel poco ispirati fatti solo per tirar su due soldi ma qui più che di sequel si può parlare tranquillamente di requel. 

Concetto di requel ribadito apertamente nel film stesso dove fanno l'esempio dell'ultimo Ghostbusters. Praticamente sì prende un nuovo cast, lo si cala nel setting classico del filone di appartenenza ma ci si butta in mezzo anche i vecchi personaggi tessendo una trama connessa a doppio filo con i primi e più amati capitoli ma che al contempo introduce 'le nuove leve'. 

Ritroviamo quindi Neve Campbell, Courtney Cox e David Arquette, non più come personaggi principali ma come comprimari dei nuovi protagonisti, li ritroviamo invecchiati e mischiati a questi nuovi personaggi e a questo nuovo plot sicuramente più 'rispettoso' della tradizione rispetto ai classici capitoli 'apocrifi' che vediamo spesso in ambito di slasher e dove spesso e volentieri il mood dell'opera primaria viene mandato al macero e stravolto quasi sempre con esiti pessimi sia dal lato artistico che quello del botteghino. Diciamo che i requel rispetto ai sequel mantengono un certo appeal sui fan. Ad onor del vero è puro fanservice, però fanservice 'con stile', tanto che a me Ghostbusters Legacy è piaciuto e questo screen pure perché appunto mantengono entrambi  uno stile molto simile agli originali. 



Come sempre Scream non è un opera che si prende sul serio,  con quell'atmosfera un po' da commedia, un po' da giallo e certamente da splatter dove ti diverti a cercare di indovinare chi sarà questa volta l'assassino. 

La nuova\vecchia storia si lega bene a quella del primo classico di Wes Craven e quindi tutto sommato direi che ci siamo. Non fa gridare al miracolo (sarebbe un film da 6) ma non ci si poteva aspettare di meglio da una saga cotta e stracotta come Scream. 

Anzi, visto cosa hanno combinato con l'ultimo Non Aprite quella Porta e praticamente tutti i sequel e reboot degli slasher anni 80\90 (salvo quello de La Casa di Alvarez) direi che c'è da baciarsi i gomiti. 

Scream (2022) ha poco da dire ma quel poco lo dice bene, strizzando l'occhio ai vecchi fan e cercando di portarsene a casa di nuovi,  quindi direi operazione riuscita. 

Ci sono anche perdite importanti in termini di personaggi, non faccio spoiler ma chiaramente devi fare qualche scelta forte per far si che il film 'segni una linea'.

Tra gli attori,  a parte già citati classici menziono Jack Quaid,  che che a me piace tantissimo da quando ho visto The Boys e  che se la cava benissimo anche qua nei panni del fidanzato della protagonista. 

A parte la doverosa dedica finale "For Wes" sui titoli di coda ed il nome del regista dato ad uno dei protagonisti, si cita più volte anche un altro maestro dell'horror,  ovvero  Carpenter, cognome che viene dato anche alla  protagonista: Sam Carpenter. 

Un'ultima cosa: come sapete in Scream, sin dalla storica scena d'apertura con Drew Barrymore, l'assassino chiama sempre al telefono e comincia a fare domande sui film dell'orrore,  i protagonisti stessi parlano di regole da seguire per non morire nel film dell'orrore. Quindi è scream è horrorcentrico per definizione e dei cliché di genere ne sa fare dei punti di forza. 

Anche qui non ci si poteva esimere ma con un piglio finalmente aggiornato: si citano infatti i nuovi classici, tipo Babadook, e  si fa anche dell'ironica digressione su questo andazzo 'impegnato' di un certo horror dell'ultimo decennio (principalmente Robert Eggers, Ari Aster , Jordan Peele), e su questo ci si scarica anche un pò di leggerezza. Si perchè Scream da sempre rappresenta il lato 'stupido' e leggero dell'horror, il lato prettamente entertainment, prettamente "Ok lo guardo perché mi voglio divertire , lo guardo perché voglio indovinare chi è l'assassino,  lo guardo perché mi diverte" 

Bertinelli, il regista, non ci mette tanto del suo,  rimane anzi su certi binari, vuole stare sul sicuro e forse nell'economia di un film del genere,con un'eredità del genere, fa anche bene perché alla fine la ricetta tra vecchio e nuovo funziona e intrattiene.

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