Violation (2020) recensione spiegazione

 violation 2020 recensione spiegazione

Violation è sicuramente un revenge movie, che è un sottogenere dell'horror e del thriller (quello più brutale), dove il canovaccio resta sempre lo stesso (salvo alcune varianti simpatiche come ad esempio Becky ed il suo seguito): una donna (giovane o adulta che sia) viene rapita e\o aggredita e\o abusata da uno o più assalitorisenza scrupoli, dalla cui morsa riesce poi a liberarsi dando inizio ad un ciclone di vendetta grand-guinolesco in cui vengono sfogate le ire e frustrazioni subite dalla preda con esiti eccessivamente violenti ai danni dei soi carnefici , di fatto ribaltando i ruoli preda-cacciatore. Un filone ben collaudato, con decenni di storia alle spalle, in cui quasi sempre si tifa per la vittima  e spesso si trae un certo senso di giustizia e 'sfogo' emozionale.

Questo per dare una definizione diciamo ‘da dizionario’. Detto ciò Violation  rappresenta un’eccezione  tra le eccezioni perché qui i confini non sono così ben delineati come li ho tracciati nel riassuntino ma il confine tra buono e cattivo è sempre labile e sul filo del rasoio.

Siamo in mezzo alla campagna (probabilmente canadese),  una coppia di giovani adulti si reca in visita per un weekend nella casa della sorella di lei e del compagno e qui cominciamo a conoscere un pochino i personaggio e la loro mentalità. In particolare quella della protagonista, Miriam. Si capisce subito che è sempre stata molto protettiva nei confronti della sorella e si capisce anche che c'è un certo attrito misto a complicità con suo cognato Dylan. Non si capisce subito fin dove si spinga questa complicità e da dove arrivi: il film te lo snocciola sapientemente piano piano in una sequenza di eventi presenti e passati  che poi porterà a quella centrale dell'abuso.

Si perché, come negli altri revenge-movie, anche qui si tratta di abuso a tutti gli effetti, però non accade con modalità apparentemente violente, la scena in questione e quelle che la precedono, grazie anche ad uno stile di regia in quel momento molto azzeccato, non permettono allo spettatore di identificare con piena certezza chi sia la vittima e chi sia il carnefice. Perché? C'è un risveglio nel bosco in un'alba di post-sbornia,  e quella mattina succede questa cosa, dopo che i due hanno dormito avvinghiati sotto le coperte per tutta la notte.

Nella scena immediatamente prima abbiamo loro due, soli ed estremamente vicini, che parlano , scherzano (in una parola flirtano) in modo molto affiatato intorno ad un fuoco per una decina di minuti, al termine dei quali, sotto i fumi dell'alcol, finiscono per baciarsi…con consensualità di entrambi!

In  quel momento si vede chiaramente che c’è attrazione e complicità, cioè si vede che non sono sconosciuti ne che qualcuno è forzato a fare qualcosa. 

Subito dopo essersi baciati entrambi si ritraggono (lei di più , lui certamente meno) perché capiscono di aver fatto una cazzata (tutto sommato baciare il compagno di tua sorella,  per quanto magari possa essere attraente, non è una mai  buona idea).

Sarebbe tutto finito qui se non fosse che la mattina dopo Dylan, mentre Myriam è ancora stordita, si sveglia con la più classica delle tirelle e non resiste, approfittando dell'abbraccio fisico tra i due e del momentaneo intontimento post-sbornia della ragazza esso ne abusa. Myriam , ancora mezzo addormentata, non trova la forza , sia verbale che fisica,  per opporsi adeguatamente e con vigore , ma probabilmente solo perché sotto i postumi della sbornia, non perché sotto sotto volesse farlo anche lei.

Insomma: la scena dell'abuso c'è ed è palese, ma per quanto questo sia un film estremamente crudo non è vissuta dallo spettatore come violenta, e la scena che antecede l'abuso, che di solito è ricca di tensione in questo film  invece è anzi rilassata,  con due ‘amici’ che flirtano attorno a un fuoco raccontandosi battute e cazzate sul passato.

Questo è il mood, in più ci inseriamo la mentalità del personaggio di Myriam viene descritto come una persona instabile,  egoista, egocentrista, che difendeva la sorella quando era piccola, anche  con modalità violente verso il prossimo, e che la sorella stessa detesta. 

Un personaggio ambiguo, manipolatore,  non certo 'buono' ,che quindi si profila come una persona disturbata, possessiva ed aggressiva. Elementi che contribuiscono a creare qulla fumosità tra i ruoli di vittima e aggressore  che rende molto  interessante il film. 

Un film che non è perfetto, soprattutto tecnicamente: si è deciso certe volte di usare degli ingrandimenti o delle sequenze girate a mano inutili per la narrazione e a volte fastidiosi.  In alcuni rari frangenti (come la scena dello stupro stesso ) risultano funzionali perché li tutti questi dettagli  in macro (la pelle e quant’altro)  a renderla una cosa ambigua e opaca, a certi tratti quasi addolcita. Tranne che in quella scena e poche altre però potevano stare sprecare meno minutaggio su questi vari macro di insetti o di  cose  ‘a caso’ perché allungano il polpettone per un film che comunque procede abbastanza lento di suo (giustamente, perché ti deve spiegare delle cose, ti deve spiegare delle emozioni, ti deve spiegare delle psicologie, ti deve caratterizzare i personaggi e quindi ci sta).

Detto ciò: Violation rimane comunque è un film indipendente, e per questo anche apprezzabile come fattura. Un  film che osa molto anche sul piano visivo perché ci sono delle scene, quelle in cui lei uccide e letteralmente fa a pezzi, scioglie, e sminuzza le ossa dell’abusatore, che sembrano fatte apposta per shockare lo spettatore e indurlo ad avere repulsione per la protagonista più che fare il tifo per lei.

Da questi dettagli si capisce inoltre che tutto è stato  premeditato , e da tempo siccome il fattaccio appartiene al passato e ci viene raccontato come un flashback,  quindi lei parte per  questo weekend con la precisa intenzione di uccidere.

Grazie per la lettura e per il tuo tempo!

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