Midnight Mass spiegazione finale e recensione della serie Tv horror di Netflix

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Midnight Mass è una mini serie tv di genere horror prodotta e distribuita da  Netflix. 

Serie di sette episodi autoconclusiva (spero) creata e diretta dall'ormai arcinoto e direi anche affermato Mike Flanagan, autore del più che ottimo Hill House (qui la mia recensione) e del sequel di Shining, Doctor Sleep. Amo molto lo stile di Flanagan e devo dire che anche questa volta non mi ha deluso. 

Solo poco tempo fa avevo recensito Them di Prime Video e ne avevo parlato con toni entusiastici, ebbene sembrerebbe che Netflix  mi abbia ascoltato ed abbia voluto rispondere ad Amazon con una sua (ennesima) mini serie horror di altissimo livello. A mio modesto parere siamo infatti di fronte ad uno dei prodotti horror migliori prodotti per la  piattaforma. 

C'è molto da dire soprattutto sul significato di questa serie, perché se è vero che è una delle tante opere horror incentrate sulla religione, è anche vero che questa ne analizza in maniera a mio modo di vedere profonda molte delle sue componenti affrontandone da più punti di vista le sue numerose sfaccettature ed i vari approcci alla religione da parte degli esseri umani. Mostra lo scontro tra atei e credenti (che è abbastanza centrale), mostra una visione agnostica e denuncia senz'altro il fanatismo che deriva spesso dalla religione. Su questo punto c'è da dire che, si,  ne enfatizza i connotati negativi come hanno già fatto tante altre opere, senza però scadere nella banalità direi. Anzi: per certi versi riesce a donare spiritualità anche ad una visione atea della morte e lo fa tramite determinati dialoghi molto illuminanti. 

Senza fare spoiler (che rimando alla sezione spiegazione) ne accenno solo uno tra due amici e personaggi centrali, uno credente e l'altro no, che si raccontano cosa secondo loro succede quando si muore. Quella scena per me è probabilmente la migliore a livello contenutistico di tutta la serie. 

Vi dico subito che se siete molto cattolici probabilmente non vi piacerà, in quanto lo stereotipo che il cattolico praticante 'tipo' non ne esce benissimo. Tuttavia se non avete i 'paraocchi' (religiosamente parlando) sono sicuro che la troverete quantomeno interessante. 



Siamo su Crockett Island , isolotto a 30 miglia nautiche circa dal continente statunitense. L'isola non esiste nella realtà ma dalla sua estetica mi ha ricordato un posto visitato negli Stati Uniti ovvero le Outer Banks in Nord Carolina (centinaia di chilometri di spiagge pressoché selvagge punteggiate da abitazioni in legno sul mare) anche se potrebbe benissimo essere ispirata a una delle tante cittadine costiere degli Stati Uniti, magari del Maine visto che l'atmosfera è molto 'Kingiana'. 

Ad ogni modo è in questa piccolissima comunità, composta da poco più di cento persone (è stata praticamente decimata dai numerosi sversamenti petroliferi nella baia che ne hanno distrutto l'economia spingendo molte famiglie ad andarsene) si svolgono tutte vicende della serie. 

Qui vediamo aprirsi e chiudersi molti archi narrativi tra cui quello sicuramente preponderante che è rappresentato dalla vicenda umana di Riley, un giovane uomo con un serio problema di alcolismo che torna sull'isola dopo aver scontato quattro anni di carcere in seguito all'omicidio colposo di una donna avvenuto a causa dalla sua guida in stato di ebbrezza. Manco a dirlo il senso di colpa lo tormenta continuamente rendendogli la vita impossibile. Anche lui come tanti sull'isola viene da una famiglia profondamente religiosa ma l'incidente e la prigione gli hanno fatto perdere completamente la fede, facendolo diventare un ateo molto convinto e agguerrito.  Riley torna quindi in quest'isola per ricongiungersi con la sua famiglia, che però non ne vuole sapere del suo ateismo e lo costringe ad andare a messa ogni domenica. 

Contemporaneamente arriva sull'isola anche un giovane e molto carismatico parroco, che sostituisce l'anziano prete del villaggio partito poche settimane prima per Gerusalemme e dice alla sua congrega che lo sostituirà per poco tempo.

Parallelamente però si scopre che sull'isola è arrivata anche un'entità sovrannaturale, che presto sconvolgerà le vite di tutti. 

midnight mass spiegazione finale

Dal punto di vista tecnico e stilistico , come ho già detto, apprezzo molto lo stile che ha Flanagan. Sempre molto pulito come stile visivo, con una scelta accurata per la fotografia e le inquadrature , un uso della luce particolarmente dosato e oltretutto con l'ottimo vizio (coadiuvato dai lauti budget che si ritrova a gestire) di avvalersi sempre di attori veramente ottimi e che riescono sempre a donare profondità alle sue pellicole. 

Oltre alle ottime prove attoriali vanno celebrati i dialoghi che ha scritto per i vari comprimari,  che probabilmente rendono Midnight Mass un'opera che riesce andare oltre l'horror in più di una occasione ed a sfociare nella riflessione esistenziale. 

Come già accennato secondo me c'è anche molto dello stile di Stephen King. Lo stesso King con cui Flanagan è evidentemente in buoni rapporti, sia perché dopo Hill House gli ha fatto pubblicamente i complimenti Twitter definendo la serie come un capolavoro, e sia perché poco dopo l'ha scritturato per il sequel di Shining ovvero Doctor Sleep che vista l'eredità a cui si affacciava (quella di un mostro sacro come Kubrick) non ha certo sfigurato. 

Flanagan è un secondo me è un grande regista, uno dei 'giovani' registi (è del 78) contemporanei migliori in campo horror. Sicuramente è anche uno dei più 'mainstream', quindi non un Robert Eggers, non un Ari Aster ma più commerciale in un certo senso. Dal canto suo però ha anche una sua ragion d'essere ed il suo stile inconfondibile, anzi direi proprio che è proprio per questo suo essere molto accessibile che si trova spesso ad essere la persona giusta per portare tematiche così importanti all'interno degli horror (su questo punto certamente anche Hill House non ci ha deluso). 

Oltre alla già citata fotografia un plauso va fatto per la color correction, ovvero la palette di colori che ha deciso di imprimere a quest' isolotto, che ha sempre un che di 'lasciato andare': ci sono questi edifici in parte fatiscenti, queste strade sterrate, queste staccionate poco manuteniate. Il tutto, visto d'insieme, restituisce allo spettatore un'atmosfera si decadente ma anche familiare e al contempo magnetica. 

Un'isola a misura d'uomo in cui sono uomini a muoversi,  con tutto ciò che di buono e di cattivo ha da dare l'uomo stesso. 

Termino qui la parte non spoiler e comincio quella di 

SPIEGAZIONE (spoiler alert) 

Partiamo dalle fattezze della creatura che già dicono molto: sembra una sorta di Nosferatu ma viene scambiato per un angelo. Allo spettatore è chiaro che non è un angelo, eppure tutti sull'isola credono che lo sia. Secondo me questa cosa serveper fare capire quanto la cecità di matrice religiosa possa spengersi oltre e possa annebbiare la vista razionale e reale delle cose. Una creatura che sembra un vampiro alato, con ali da demone e non da angelo viene quindi scambiato per un messo del Signore. 

A questo ci aggiungo che il vampirismo di cui soffre (e che ne soffre si capisce in quelle scene in cui è troppo preso dal succhiare il sangue delle vittime per accorgersi del mondo circostante) viene scambiato per un miracolo ed il suo sangue viene scambiato per il sangue di Cristo. Nella serie viene anche data una (sotto)specie di spiegazione para scientifica a questa sorta di malattia vampiresca cui cominciano a soffrire le persone proprio iniziando bere il sangue infetto di questo 'angioletto'. 


La scena chiave a cui mi riferivo all'inizio nella parte non spoiler è quella tra Erin e Riley sul divano di casa di Erin. 

Mentre una da una visione della morte molto attinente al concetto Cristiano dell'anima che va va in cielo l'altro invece, ateo, non si limita alla spiegazione per lo più triste tipica della visione atea ma comincia spiegando come muore il corpo a livello fisico per poi passare al cervello che lo segue ma che prima di spegnersi mostra i ricordi tramite processi chimici che avvengono esclusivamente in quel momento, e quindi c'è questa specie di Big Bang nel tuo cervello in cui le sinapsi sono iperattive e , danzanti direi. In una attività talmente densa e totalizzante come mai lo era stato in tutta la tua esistenza.  Dopodiché i tuoi atomi si disperdono nel 'tutto' e servono a creare e nutrire nuova vita, di altri esseri, minuscoli , invisibili (batteri, particelle) ma che sono parte del creato quanto te. 

Queste parole rivelano una grande attenzione per la spiritualità intesa in senso lato, una visione seppur scientifica, seppur razionale ma comunque poetica, profonda, che dona una visione positiva della morte , gli da un senso compiuto.

Devo dire che quella scena mi ha colpito particolarmente per la carica del suo messaggio: non serve inventarsi un Dio per vedere la bellezza e il significato del tutto che ci sovrasta in natura, del tutto che ci circonda, perché, come scrive Riley nel bigliettino che consegnerà poi al prete "polvere eravamo e polvere torneremo". Polvere di atomi, polvere di cellule. La mia morte servirà alla vita di qualcos'altro, andrà a disperdersi ovunque e rientrerà nel circolo di una vita continua che non finisce mai. 

Un messaggio ricco di speranza insomma , a cui anche Erin si converte in punto di morte, una versione che non necessità di una religione per funzionare o per avere senso. 

midnight mass spiegazione finale

Detto ciò c'è da citare il discorso su Dio fatto al parroco da Riley durante una sessione della alcolisti anonimi: qui Riley si lancia invece in un j'accuse molto molto duro, squisitamente lucido direi , soprattutto rispetto al tipo di persona che ha davanti.

Non contento Flanagan affronta poi il tema dell'uso strumentale della religione e della creduloneria popolare al fine di ottenere il potere. Lo magistralmente  tramite l'incredibilmente e perfido personaggio di Bev , formalmente perpetua del parroco ma in realtà vera e propria manipolatrice sociale di tutti gli abitanti dell'isola e deus ex machina dietro alla rovina finale della comunità di Crickett Island.

Come se non bastasse ad arricchire la lunga serie di riflessioni c'è il rapporto tra la religione cristiana e la religione musulmana tramite la figura dello sceriffo Hassan.  Qui il regista accenna ai pregiudizi stupidi che esistono tra le religioni inventate dall'uomo , ed  alla  natura stupida  della religione stessa in quanto ognuna crede che la sua versione sia quella reale rispetto all'altra mentre invece a ben vedere

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il reale senso della serie è che: non c'è un essere superiore (o più esseri superiori a seconda se si è monoteisti o meno) ma che l'essere superiore siamo tutti noi perché quando moriamo torniamo nel circolo dando vita ad altra vita in un ciclo continuo ed è quindi la vita stessa l'entità 'superiore' e,  come dice Riley nel succitato discorso con il prete, il motivo reale per cui se muoiono tante persone, se ci sono tante ingiustizie, malattie guerre e noi le accettiamo senza che nessuno alzi mai un dito è principalmente perché ovunque nel mondo c'è una qualche religione che ci dice "hey fedele, non ti preoccupare perché c'è un piano,  un piano superiore che noi comuni mortali non possiamo capire, e quindi anche la sofferenza è una cosa che rientra nel piano di Dio". 

in realtà la sofferenza non  rientra in  nessun piano di nessun Dio , non solo perché probabilmente un Dio non esiste come entità ma perché esiste la morte nel mondo reale in cui siamo calati e il fatto che tutto in natura scientificamente è collegato è già spiegato dal funzionamento biologico stesso dei suoi abitanti. 

Infine il regista lascia anche aperta la porta del sovrannaturale, perché comunque questo mostro lo vediamo chiaramente, esiste di fatto. 

Tuttavia viene più volte dipinto come una specie di malato, in un certo senso quindi è come se ci venisse detto: forse esistono entità ultraterrene,  ma probabilmente tanto ultraterrene non sono. Forse sono cose ancora ignote, nascoste nelle profondità della terra, come questo demone appunto, e che ancora non sono state scoperte dall'umanità e dalla scienza che ne deriva. 

La figura del mostro insomma la vedrei più come come un'allegoria che serve come grimaldello o chiave di volta per fare passare meglio i concetti espressi qui sopra. 

Il finale vede questo mostro che vola via incerto , con le ali tarpate, verso il continente. Nella pratica che cosa significa? Che ci vedremo una stagione 2? Io sinceramente ho letto miniserie e spero rimanga tale e visto che alla fine la buttano sul contagio quel che spero è che non diventi un ennesimo The Strain o Walking Dead perché perderebbe davvero il suo senso di esistere.

CONCLUDENDO

Siamo di fronte ad un'opera molto più complessa di quella che può apparire a prima vista e che alla fine ti lascia con più risposte che domande (e questo è un fattore che apprezzo sempre molto). E' fatta bene , recitata bene e non ha davvero nessun senso non godersela.

Se ti è piaciuta la recensione e vuoi essere aggiornato quando ne pubblico una (non ho una pubblicazione regolare) ti lascio il link alla pagina facebook del blog e ti ringrazio per la lettura!

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Commenti

Anonimo ha detto…
...immagino intendessi 'più domande che risposte' ��
Luca Lorenzelli ha detto…
Nono , intendevo proprio 'più risposte che domande'.
Secondo me non è uno di quei prodotti che ti lascia con mille cose in sospeso, si "chiude il cerchio" insomma su tutti gli archi narrativi (mi pare), con l'aggiunta finale del solito elemento messo li apposta per poter proseguire la serie (cosa di cui appunto ho paura)